L’Italia è uno dei Paesi in cui ci sono meno scambi e i giovani viaggiano meno. Intercultura sta spingendo la Ue per un importante progetto di mobilità
Erasmus, dal 2007 anche al liceo
“I nostri ragazzi non viaggiano”
di DANIELE SEMERARO
ROMA – Fra qualche anno (forse già dal 2007) anche gli studenti liceali potranno avvalersi dei programmi di studio all’estero, del tipo “Erasmus”. La proposta, portata avanti in sede Ue da Intercultura, l’associazione che promuove lo studio oltreconfine e l’ospitalità di studenti stranieri, aspetta solo l’approvazione del bilancio dell’Unione Europea per gli anni 2007-2013.
Il progetto, che si rivolge prevalentemente ai ragazzi di 16-17 anni, prevede un periodo di studio in un paese straniero in una scuola superiore statale di pari grado a quella di provenienza dell’alunno, per un periodo che di solito corrisponde a un anno scolastico. A questo si aggiunge l’ospitalità, da parte di una famiglia selezionata, con cui lo studente potrà passare diverso tempo per acquisire, meglio che a scuola, le caratteristiche del paese ospitante. E poi, importante, sono previste borse di studio che, distribuite in base al reddito, possano permettere allo studente (e alla sua famiglia) di poter trascorrere in piena serenità l’esperienza.
“L’Italia – racconta il segretario generale d’Intercultura, Roberto Ruffino – ha il numero più basso in Europa di scambi culturali o di studenti che partono per un periodo di studio all’estero. In media i ragazzi stranieri che fanno quest’esperienza sono 5 o 6 volte in più rispetto ai nostri studenti. C’è bisogno di creare nel nostro Paese una cultura degli scambi internazionali: questi scambi, infatti, sono fondamentali per tutti i ragazzi, che acquisiscono, oltre alla lingua del paese ospitante, anche un importante bagaglio di conoscenze specifiche”.
Secondo il progetto di Intercultura, che si propone come tramite (ma anche come fonte accreditata di documentazione su questo fenomeno) tra l’Unione Europea e il Ministero dell’Istruzione, uno dei requisiti fondamentali per il buon funzionamento dell’iniziativa sarà quello delle borse di studio “altrimenti – spiega Ruffino – i ragazzi, specialmente coloro che arrivano dalle famiglie meno abbienti, non ce la fanno”. Inizialmente verranno coinvolti tutti i paesi dell’Unione Europea; probabilmente però entro qualche anno quest’iniziativa si estenderà anche a paesi più lontani.
“Per quanto riguarda Bruxelles – spiega Roberto Ruffino – il progetto è in discussione da un anno e mezzo. Stiamo cercando di decidere se iniziare subito coinvolgendo un grande numero di studenti, oppure se partire in via sperimentale con un piccolo gruppo. Tutto dipenderà dal bilancio dell’Unione Europea… anche se purtroppo si prevede che i fondi a disposizione dei settori educazione e cultura non siano enormi. Per quanto riguarda l’Italia, invece, Intercultura vuole organizzarsi come fondazione per il dialogo interculturale e gli scambi giovanili internazionali, anche con la partecipazione di istituti di credito e contributi pubblici, in modo da poter offrire il massimo agli studenti che partono”.
Le modalità di partecipazione non sono state, ovviamente, ancora rese note, Ma è certo che fra qualche anno anche i colleghi più giovani degli universitari inizieranno a girare l’Europa, a fraternizzare e a scambiarsi esperienze.
(25 gennaio 2006)
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