Il progetto dell’Università di Lecce dove è stata costruita la monoposto che gareggia nella Formula “Sae”
Una sfida che coinvolge molte facoltà europee alle prese con la realizzazione delle vetture da corsa
Studenti di Ingegneria ai box
“In pista corre l’auto fai-da-te”
di DANIELE SEMERARO
LECCE – È di colore rosso fiammante e gareggia in importanti competizioni europee. Non è il nuovo modello di Ferrari, ma un’automobile progettata e costruita interamente dagli studenti della facoltà d’Ingegneria dell’università di Lecce. “SRT06” (Salento Racing Team ’06), questo il nome in codice, è l’ultima nata in Italia di una serie di auto da corsa create integralmente dagli studenti delle facoltà d’Ingegneria di tutto il mondo che si sfidano nella Formula Sae. Nel Belpaese, oltre a quello salentino, molti altri atenei già da qualche tempo sono impegnati nel progetto, dal Politecnico di Torino a quello di Milano, dall’università di Modena e Reggio Emilia a quelle di Padova e di Catania, solo per citarne alcuni. Scopo del gioco, la possibilità di arricchire, divertendosi, la propria formazione accademica.
“Non ci sogniamo certamente di gareggiare in Formula Uno”, racconta Paolo Carlucci, ricercatore e capo del team dei costruttori della SRT06. “Si tratta, invece, di una formula pensata appositamente per gli studenti, che permette loro di seguire passo passo la costruzione dell’automobile, dalla progettazione iniziale fino alla messa su pista. All’interno dell’ateneo si costituisce un team di lavoro il cui compito è realizzare la vettura a partire da un progetto ben preciso, mettendo a frutto gli anni di studio. I tempi – prosegue – sono ben scanditi, bisogna saper prendere decisioni e fare gioco di squadra, e lo scopo non è tanto la competizione finale, che sicuramente è affascinante, quanto la possibilità di poter toccare un proprio progetto e di poter iniziare a interagire con le aziende”.
Creare un’automobile da zero, però, non è cosa facile. Così, tra le regole della competizione c’è la possibilità di chiedere la consulenza alle aziende del settore: “Abbiamo contattato una ditta per farci realizzare il telaio, in fibra di carbonio e vetro. Poi un esperto motorista ci ha dato consigli tecnici sulla realizzazione della vettura. Un’altra azienda ha fornito la componentistica, come bulloni e cuscinetti. Queste strutture, inoltre, hanno permesso ad alcuni studenti la possibilità di fare un tirocinio”. Tra progettazione e costruzione non è passato più di un anno (“gli altri team di solito ci mettono il doppio”, ammette soddisfatto Carlucci). Il prezzo della vettura, che si aggira intorno ai 25mila euro, è stato sostenuto dall’Università e per la maggior parte dalla Provincia di Lecce.
La prima corsa a cui l’automobile ha preso parte è stata quella di Balocco, nei pressi di Vercelli, dove si è corsa la seconda gara ufficiale di Formula Ata-Sae ospitata in Italia. “Purtroppo siamo arrivati ultimi – spiegano i ragazzi – ma eravamo gli unici esordienti. Siamo stati felici perché siamo riusciti a superare le verifiche tecniche e di sicurezza della vettura, e anche il veicolo ha dato prestazioni più che soddisfacenti. La cosa bella è stata lo stupore degli addetti ai lavori, che ci hanno visto arrivare con una vettura nuova di zecca approntata in così poco tempo”.
“La Formula Sae, portata in Italia dall’Ata, l’Associazione tecnica dell’automobile – spiegano gli organizzatori – è una manifestazione tecnico-sportiva dedicata agli studenti universitari volta a stimolare e premiare l’entusiasmo, la creatività, le competenze e lo spirito di squadra dei giovani ingegneri”. La competizione è nata negli Stati Uniti nel 1981 e ha subito preso piede in Inghilterra, Austrialia e Brasile, mobilitando centinaia di team che ogni anno affrontano ore e ore di duro lavoro per la preparazione dell’automobile. La gara prevede due classi di partecipazione: la Classe 1 per i team che presentano un’automobile completa e funzionante, e la Classe 2, per chi presenta un progetto di vettura. I partecipanti vengono valutati da 25 esperti mondiali nel campo automobilistico.
Per la cronaca, l’edizione 2006 è stata vinta da due squadre austriache: al primo posto i ragazzi dell’università di Scienze applicate di Graz, il “Joaennum Racing Graz”. Medaglia d’argento per il “TUG Racing Team” dell’università delle Tecnologie di Graz, mentre al terzo posto si è classificato il “Rennteam Uni Stuttgart” dell’università di Stoccarda, Germania. Primi tra gli italiani, al sesto posto i “Madmodenaracers” dell’università di Modena e Reggio Emilia (che ha partecipato con due vetture). Al settimo posto sono arrivati i “Dynami%u03C3 Prc” del Politecnico di Milano e al nono la “Squadra corse” del politecnico di Torino. Ultima, lo dicevamo, “Salento Racing Team”.
A sostenere e rinfrancare i ragazzi ha pensato il preside della facoltà di Ingegneria dell’università di Lecce e docente di Macchine, Domenico Laforgia, che ha anche un passato in Ferrari: “L’esperienza della formula Sae-Ata – racconta – è stata veramente ricca sul piano formativo, centrando l’obiettivo degli studenti di Ingegneria, che è quello di ideare, progettare e realizzare. Il gruppo è stato all’altezza del compito affidatogli e, con grandi sacrifici, gli studenti hanno mantenuto tutti gli impegni, utilizzando strumenti progettuali avanzati e godendo del supporto finanziario e tecnico di alcune aziende locali particolarmente illuminate. Le altre università europee – continua – partivano da vetture già pronte che dovevano essere migliorate e in alcuni casi godevano di un invidiabile supporto industriale. Il nostro team è partito dall’idea, e questa prima competizione è servita a misurarsi con le altre università e avviare la fase di ottimizzazione della vettura, che segue sempre quella organizzativa”.
(2 ottobre 2006)
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