Dal 13 al 20 maggio a Ivrea saranno esposte le fotografie dei ragazzi che hanno partecipato alla sesta edizione del concorso organizzato da Intercultura
Caffettiere, vecchiette, paesaggi
studenti stranieri fotografano l’Italia
di DANIELE SEMERARO
ROMA – Si chiamano Bailey, Lucy, Maria Fernanda, Astri Dewi, Alejandro, Scott e provengono da Stati Uniti, Costa Rica, Thailandia, Panama, Australia, Cina. Storie diverse, culture diverse, ma la stessa passione: la fotografia. Sono 17, quest’anno, i finalisti del concorso fotografico “Così vedo l’Italia”, organizzato, per il sesto anno consecutivo, dai volontari del Centro Intercultura di Ivrea. La competizione è riservata a tutti gli stranieri ospiti in Italia per un programma annuale o semestrale di studio. Il tema degli scatti, neanche a dirlo, l’Italia, vista negli aspetti quotidiani che caratterizzano le abitudini, il folclore, i paesaggi e tutto quanto sottolinei la specificità del popolo del Belpaese.
“L’idea del concorso è nata diversi anni fa” – spiega Renata Gallo Russo, volontaria e responsabile delle pubbliche relazioni al Centro locale di Intercultura di Ivrea (TO) -. Lavorando per Intercultura, ogni anno vedevamo tanti ragazzi che venivano in Italia portando la loro macchina fotografica e scattando numerosissime fotografie. Ogni volta che noi volontari guardavamo i loro scatti, ci veniva da chiedere e capire qual era la motivazione che li aveva spinti a immortalare il volto di una persona piuttosto che un paesaggio. E così, pensando che questo sarebbe stato anche un modo, per noi italiani, di riscoprire noi stessi, abbiamo ideato un concorso. Certo – continua – noi eravamo a digiuno di tecnica fotografica, e così abbiamo chiesto l’aiuto di esperti di fotografia locali, con cui abbiamo stilato le regole, deciso le scadenze e, soprattutto, costituito una commissione esaminatrice”.
Il concorso prevede tre premi per i primi tre ragazzi classificati, ma non è raro che vengano assegnate anche menzioni speciali. Gli scatti verranno esposti, nella settimana dal 13 al 20 maggio, presso un locale affiliato all’associazione Libera di Don Ciotti. Il 17 maggio, invece, è il giorno della premiazione vera e propria, che avverrà in Comune alla presenza del sindaco. Dopo la premiazione verrà anche organizzata una cena etnica, durante la quale ogni studente cucinerà un piatto del suo paese.
A tutti i partecipanti verrà consegnato un premio di partecipazione, mentre i primi tre classificati avranno in regalo un viaggio a Ivrea, ospiti dei volontari locali, con possibilità, tra le altre cose, di visitare i castelli e i musei del Canavese e della Valle D’Aosta. Inoltre per i vincitori è previsto anche un piccolo corso di fotografia, tenuto dagli stessi esperti che fanno parte della giuria.
“I ragazzi fotografano tanti soggetti che per noi sono apparentemente banali, scontati – continua Renata Gallo Russo -. Una ragazza, ricordo ancora, una volta mi ha detto: ‘Toh, cascano le foglie’, perché nel suo Paese, vicino all’Equatore, non esiste la stagione della caduta delle foglie, tanto per fare un esempio”. C’è una foto, chiediamo alla volontaria, a cui è rimasta particolarmente affezionata? “Certo che c’è, si trattava di una banale caffettiera. Una ragazzina l’aveva fotografata proprio nel momento in cui il caffè iniziava uscire, s’intravedeva anche una nuvoletta di vapore… c’è piaciuta così tanto che, alla fine, è diventata il logo della nostra iniziativa. Poi ce n’è stata un’altra molto bella, quella di una vecchietta che fa il tombolo in Val D’Aosta”.
Il concorso, e in generale l’esperienza di essere ospitati in Italia, racconta Gallo Russo, rimane poi per sempre nel cuore dei ragazzi: “Quando tornano a casa, del nostro Paese ricordano soprattutto le persone e l’affetto e il calore con cui vengono accolti. Un ragazzo che avevo ospitato mi mandò una lettera: ‘In Italia ho vissuto moltissime esperienze, ma non dimenticherò mai le cene tutti assieme a casa’. Ecco, questa per lui era una cosa strana… il nostro calore non lo dimenticheranno mai”.
(2 maggio 2006)
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