→ Daniele Semeraro per lo Stivale Bucato
Rimanere incastrati nella toilette di un treno? Si può, se avete perso un cellulare. Per voi le notizie più “Follini”
FRANCIA, RIMANE COL BRACCIO INCASTRATO NELLA TOILETTE DEL TGV… PER COLPA DI UN CELLULARE!
Secondo le statistiche più recenti dei più autorevoli istituti mondiali, il telefono cellulare è uno degli oggetti di cui non possiamo più fare a meno. Sempre più tecnologici, i cellulari conservano al proprio interno i nostri contatti, i messaggi delle persone che ci vogliono bene, documenti di lavoro, fotografie, musica, ricordi, segreti… e così via. Dev’essere stato davvero importante, allora, il cellulare di Benoit Gigou, passeggero francese che stava viaggiando sul Tgv, il treno ad alta velocità d’Oltralpe, tra La Rochelle e Parigi. Il ragazzo, 26 anni appena compiuti, era in bagno per fare i propri bisogni, e forse a causa di una curva presa con velocità dal treno ha perso l’equilibrio, facendo cadere il cellulare… nella tazza. Gigou, così, non si è perso d’animo e ha inserito la mano all’interno del water (i più impressionabili non vadano oltre…) per cercare il prezioso oggetto, quando si è accorto di essere rimasto incastrato col braccio. Un passeggero ha raccontato all’agenzia di stampa France-Presse che dall’altoparlante è stato annunciato che qualcuno “aveva il braccio incastrato nella toilette dopo aver cercato di recuperare il suo telefonino caduto nella tazza” e che a causa dell’aspirazione, dunque, il braccio era stato risucchiato nel sistema di scarico. L’incidente ha obbligato il treno ad alta velocità a fermarsi per due ore per permettere ai pompieri di disincastrare la vittima. La cosa più buffa? Che per liberare il ragazzo è stato necessario smontare completamente la toilette: Gigou è uscito infatti dal treno insieme alla tazza (svuotata del suo contenuto…), e la liberazione è avvenuta poi all’esterno, su di una barella. Fortunatamente, non ci sono state conseguenze: il giovane si è solo tagliuzzato al livello del gomito, ma non ha riportato alcuna frattura.
BERGAMO, SALE SULLA TOMBA PER PULIRLA MA CI CADE DENTRO E MUORE
La notizia, terribile, è arrivata durante i giorni della commemorazione dei defunti, all’inizio di novembre. Ma lo Stivale Bucato in quei giorni non è uscito, per permettere al nostro staff di ultimare il sito nuovo, e così ve la riportiamo ora. Ci troviamo a Pagazzano, nella Bassa bergamasca, dove una giovane ragazza era andata a pulire la tomba di famiglia in vista del due novembre. Arrampicatasi fino in cima, ha però perso l’equilibrio, cadendo all’interno della tomba e perdendo, sul colpo, la vita. La giovane era salita con una scopa fin sul tetto del monumento funerario per eliminare le foglie che da anni si erano accumulate; forse a causa della pioggia o del fango ha però perso l’equlibirio cadendo, di sotto, per tre metri. L’impatto è stato fatale perché la ragazza ha battuto la testa.
SESSO A VOLONTÀ? PROVATE IL BORDELLO DI BERLINO!
“Fatelo finché reggete”. È lo slogan “per stakanovisti del sesso” di un bordello berlinese, che per cercare di stare al passo coi tempi (e soprattutto con la crisi economica) ha lanciato una nuova offerta: rapporti sessuali a volontà (“finché ce n’è”, avrebbe detto Ligabue) al prezzo fisso di 70 euro. Un’idea – ha spiegato il gestore del centro – rubata in pieno a quei ristoranti, diffusi soprattutto nel Nord Europa, in cui con un prezzo fisso si può mangiare fino a scoppiare. Dalle 10 del mattino fino alle 16 del pomeriggio, dunque, i clienti possono avere, chiedendo preventivamente la “flat rate”, quanti rapporti sessuali vogliono – fino anche, si legge nelle “istruzioni per l’uso”, all’esaurimento fisico – con ciascuna delle 15 prostitute (che, aggiungiamo per dovere di cronaca, hanno tra i 20 e i 25 anni). Ma come, direte voi? Io di giorno lavoro! Non c’è alcun problema: la tariffa, infatti, si estende anche alla notte tra le 20 e l’1, ma è molto meno conveniente: sono cinque ore (invece che sei) e costa 100 euro. Nella tariffa, sia in quella giornaliera che in quella notturna, sono incluse bevande alcoliche e anal-coliche. A protestare contro l’offerta (di certo non per motivi morali) è Anja Kofbinger, responsabile dei Verdi per i problemi della donna: “Se un cliente sale in camera cinque volte con una ragazza – ha spiegato ai microfoni delle principali emittenti del Paese – e paga solo 70 euro, a guadagnarci è solo il gestore, e non la ragazza”.
UNA RISSA… A SUON DI MUSICA
In Australia, alcuni giorni fa, i fan dei Boyzone e quelli di Rihanna hanno assistito ad una vera e propria rissa… tra gli appartenenti allo staff che segue i due famosi musicisti. È successo a Sydney, dove i due gruppi musicali avevano appena finito di esibirsi, uno dopo l’altro. La colpa? Delle donne, ovviamente. Anzi, per la precisione, di uno sguardo di troppo che, complice l’alcol, un componente della boyband dei Boyzone avrebbe indirizzato verso la fidanzata di uno dei musicisti della cantante black Rihanna. A spiegare la dinamica al termine della maxi-rissa, che ha interessato decine di persone appartenenti ai due diversi staff, proprio Stephen Gately dei Boyzone, colpevole di aver provato a flirtare con la giovane ragazza di uno dei musicisti dell’altra band. “Volevo solo parlarle amichevolmente – si è difeso il ragazzo – ma il fidanzato si è subito infervorato e ci siamo ritrovati ad azzuffarci senza neanche accorgercene”. Proviamo a indovinare quale sarà il pensiero – unanime – dei lettori? Ma se non vi eravate nemmeno accorti di aver scatenato una maxi-rissa… cosa vi eravate iniettati nel sangue?
SIGNORA COMMESSA, IL MIO CELLULARE RUBATO NON FUNZIONA
Le storie di ladri fanno spesso impazzire i lettori dello Stivale; per questo ve le proponiamo quasi in ogni numero. La storia di oggi arriva da Reggio Emilia, dove un ladro tunisino di 24 anni è tornato sul luogo del delitto per chiedere… particolari delucidazioni. Il ragazzo, nottetempo, aveva spaccato la vetrina di un negozio di cellulari, rubandone quattro. Tornato a casa, però, la brutta scoperta: uno dei telefoni, infatti, non si accendeva. Dopo aver provato in tutti i modi, ha dunque deciso di tornare al negozio (questa volta di giorno) per chiedere spiegazioni sul malfunzionamento. Così si è presentato dalla commessa. La donna, smontato il telefono, ha subito capito che all’interno mancava la batteria (un problema stupidissimo, dunque) ma si è accorta anche che il codice Imei (il numero di serie univoco presente in ogni cellulare) apparteneva a uno dei telefoni trafugati qualche notte prima. Il ragazzo è scappato ma è stato rintracciato dopo poche ore dei Carabinieri. Certo, pensiamo noi: ma non poteva aprire il vano della batteria, invece di portare il telefono esattamente nello stesso negozio da cui lo aveva rubato?
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