È pronta l’imbarcazione costruita dagli studenti di Architettura e Ingegneria
Dal 2007 gli atenei del Mediterraneo gareggeranno in una regata di fine stagione
La barca di Roma Tre prende il largo
“Ora parte la sfida agli altri atenei”
di DANIELE SEMERARO
ROMA – “Non voglio essere presuntuoso, ma anche la Coppa America è partita da un piccolo progetto”. È visibilmente contento Massimo Paperini, il progettista navale che insieme all’ideatore dell’iniziativa e responsabile del Laboratorio Plastici, Maurizio Ranzi, ha aiutato 40 studenti dell’università Roma Tre a costruire una barca a vela competitiva.
Questa mattina, i tanti ragazzi che come ogni giorno affollano la facoltà di Architettura del terzo ateneo romano, situata all’interno dell’ex-Mattatoio di Testaccio, entrando nelle aule hanno trovato una sorpresa: nel cortile principale faceva bella mostra di sé la barca a vela di 4,60 metri progettata interamente dagli studenti che hanno partecipato all’iniziativa “Una vela per Roma Tre”.
“Ci eravamo lasciati il 2 dicembre scorso – spiega Maurizio Ranzi – con un progetto innovativo: coinvolgere i nostri studenti nella costruzione di una barca a vela di alto livello, utilizzando come materiale principale il legno. Ora, a distanza di pochi mesi, la barca è pronta a gareggiare”. E non è tutto, perché dai laboratori della facoltà sta per uscire un’altra barca: “La nostra speranza – raccontano gli studenti – è quella di produrne una ogni anno”.
L’iniziativa ha visto gli allievi protagonisti attivi di tutto il ciclo produttivo, dalla progettazione su carta ai primi modellini in polistirolo fino alla realizzazione, effettuata con l’aiuto di esperti del settore. “Lavorare insieme, studenti di Architettura e di Ingegneria, ha accresciuto tutti – spiega Valeria, uno dei tanti ragazzi che si sono impegnati per il buon esito dell’iniziativa – soprattutto perché è una delle prime volte che vediamo un nostro progetto realizzato dal vivo. Abbiamo faticato tanto – continuano altri – lavorando gomito a gomito, alcuni giorni anche fino a mezzanotte, quando, mangiando panini, continuavamo a scartavetrare lo scafo”. “La cosa bella è stata che i ragazzi – racconta Paperini – hanno progettato, facendo tutto da soli, i modelli e hanno fornito numerose idee per la realizzazione. E poi – ammette – è stato bello vedere battibecchi tra ingegneri e architetti, che hanno dato luogo a una grande cooperazione”.
Costruita la barca, però, ora bisognerà pensare alla regata, che molto probabilmente si terrà nell’agosto dell’anno prossimo e che coinvolgerà alcuni dei più importanti atenei del Mediterraneo, che hanno dato la propria disponibilità a partecipare. Un appuntamento, quello della “Regata di fine anno accademico”, che potrebbe diventare un luogo di incontro annuale tra esperienze diverse. Due le regole principali a cui tutti si dovranno attenere: gli equipaggi dovranno essere costituiti da due studenti di sesso diverso iscritti all’ateneo partecipante e soprattutto non professionisti; stessa cosa per le imbarcazioni, che dovranno essere interamente costruite dai ragazzi dell’università. Alla presentazione della barca era presente anche uno studente della prima facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” dell’università “La Sapienza” di Roma, che rilancia: “Alla prima regata vogliamo esserci anche noi”.
Ma chi porterà in mare l’imbarcazione? Roberto Pujia, uno dei membri del Comitato tecnico, ne è certo: uno studente di Roma Tre. “Stiamo avendo molte richieste – rassicura – e abbiamo decine di candidati che offrono tutte le garanzie per ottenere degli ottimi risultati”.
Una barca, quella di “Roma Tre”, “cattiva”, secondo il rettore Guido Fabiani, perché capace di prendere il vento e superare facilmente gli avversari. E chissà che, conclude il rettore, “uno dei nostri ragazzi non diventi un esperto che farà strada nel settore”.
(27 giugno 2006)
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