Qualche tempo fa abbiamo parlato dei pericoli (in termini di privacy e riservatezza) che si nascondono all’interno delle reti Wi-Fi pubbliche. Ora affrontiamo un altro argomento, sempre più spesso disucusso anche in Italia: come dovremmo comportarci se il nostro computer rileva una rete Wi-Fi non protetta, di cui ovviamente non siamo proprietari? È un nostro diritto collegarci? O è un nostro dovere non collegarci?
La pratica, chiamata in termine tecnico “piggybacking” è ormai di uso comune un po’ dappertutto, e anzi con il moltiplicarsi dei computer portatili e dei cellulari/palmari con capacità Wi-Fi diciamo che è anche spesso considerata una fortuna trovare delle reti aperte da sfruttare per leggere le notizie o controllare la posta. In Italia non si parla molto (per il momento) di questo fenomeno, che però in numerosi stati del mondo è già stato bollato come illegale. Un uomo nell’Illinois, ad esempio, è stato arrestato e poi rilasciato dopo il pagamento di 250 Dollari per aver utilizzato una rete lasciata aperta, mentre in Michigan un ragazzo che aveva parcheggiato davanti a un café per rubare la connessione Wi-Fi è stato accusato di “accesso fraudolente a computer, sistemi di computer e reti di computer”.
In realtà, sottolineano molti autorevoli commentatori, collegarsi a una rete senza fili aperta non è più grave di ascoltare l’autoradio di un vicino di macchina. Per la serie: se le onde radio arrivano al nostro computer, e la rete è raggiungibile liberamente e senza sforzi, allora l’accesso è legale e moralmente ineccepibile. Secondo altri, invece, se, ad esempio, il nostro vicino di casa incautamente lascia aperta la propria linea e noi ci colleghiamo, facciamo prima un danno a lui (perché gli rallentiamo la connessione), poi un danno al provider e, potenzialmente, a tutti i potenziali provider (perché magari non stipuliamo un abbonamento proprio perché abbiamo scoperto questo piccolo buco).
E poi, ovviamente (ma questa è l’unica argomentazione con la quale mi trovo d’accordo) se compiamo atti illegali (come hacking o download di musica o film con peer-to-peer) tramite una connessione wireless rubata, ovviamente ad andarci di mezzo sarà in primo luogo il proprietario della connessione, e non noi. La questione è aperta e certamente di grande interesse. A chi date ragione?
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