Oggi, invece che parlare di software o di un servizio Web, parliamo di un libro, un pamphlet per la precisione. Si chiama “Googlecrazia” ed è stato sritto dall’Erik Gunnar Trjo (composto dai giornalisti Gabriele Salvatori, Daniele Titta e Aldo Sciacca). Un testo che si propone come un’inchiesta su uno degli strumenti informatici più usati al mondo: il motore di ricerca Google.
I tre autori, famosi per il libro “Soffro d’Ikea” (tre edizioni in un anno), partono da un interrogativo: tutti cercano con Google, ma cosa va cercando Google da noi? “Il motore di ricerca più usato del mondo – spiegano – ormai ci governa, ma sono tutti cookies e fiori? Nel 1998 Larry Page e Sergey Brin, due venticinquenni di pratiche speranze, stabiliscono che l’indicizzazione è più redditizia della masturbazione”.
Nel giro di un decennio, in effetti, il mondo intero capisce che hanno ragione: oggi il titolo in borsa vale più di General Motors, il motore di ricerca annovera oltre 16mila dipendenti e ha un fatturato annuo di circa 11 miliardi di dollari.
Il pamphlet, che sta arrivando in libreria, scandaglia diversi argomenti e soprattutto diverse visioni dello stesso fenomeno, “da chi teme sia nata una nuova forma di dittatura informativa a chi avverte che non motore di ricerca non va confuso con un motore di sapienza”.
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