Daniele Semeraro

Giornalista

Mattioli, un’informazione severa e mai banale


Questa mattina ho partecipato ai funerali del prof. Mattioli, scomparso due giorni fa. Un docente che insieme ad alcuni colleghi abbiamo apprezzato molto perché ci ha fornito le prime basi del giornalismo radiofonico. Nozioni che poi mi sono state molto utili agli inizi inizi del mio lavoro giornalistico, prima alla Radio Vaticana e poi a Rds.

Ripropongo un lungo articolo uscito sull’Ansa questo pomeriggio e poi il ricordo, molto toccante e letto questa mattina a Messa, di una collega dell’università.

GIORNALISTI: MATTIOLI, INFORMAZIONE SEVERA E MAI BANALE/ANSA
A ROMA I FUNERALI DEL GIORNALISTA,PER 40 ANNI CORRISPONDENTE RAI

(ANSA) – ROMA, 22 FEB – La capacità di dare in poche battute non solo la notizia, ma anche il senso di un avvenimento: era questa, probabilmente – racconta chi lo conosceva bene – la caratteristica più spiccata di Francesco Mattioli, per oltre 40 anni giornalista Rai e corrispondente della tv pubblica da New York, Mosca e Bruxelles, morto a Roma due giorni fa all’età di settant’anni. I funerali sono stati celebrati questa mattina a Roma, nella chiesa di Santa Maria del Popolo.

Nato a Genova il 12 febbraio 1938, Mattioli era approdato molto giovane, alla fine degli Anni Sessanta, alla sede Rai di
New York, dove si era formato alla scuola di Ruggero Orlando, allora titolare dell’ufficio di corrispondenza. Aveva poi arricchito la sua esperienza nelle sedi Rai di Mosca e di Bruxelles, dove era stato per molti anni presidente dell’Associazione della stampa estera, grazie al riconoscimento e alla stima dei colleghi di tutte le nazionalità.

Al termine della cerimonia religiosa di oggi, colleghi ed amici hanno ricordato episodi e aneddoti di una vita professionale ricca ed intensa. Fabio Cannillo che fu con Mattioli a Mosca e Bruxelles ha raccontato di come Francesco, da poco giunto nella capitale sovietica, sia riuscito ad intervistare il massimo dissidente dell’Urss di Breznev, Andrey Sacharov, e a fare, avventurosamente, giungere il nastro di quello scoop mondiale in Italia.

Come tutti i corrispondenti esteri, era abituato a coprire tutti i settori, dall’economia al cinema, dalla politica al costume, ma la sua cifra era sempre la stessa: riuscire a dare in poche parole il senso degli avvenimenti, il cenno della storia nel fatto di cronaca, usando un linguaggio mai “basso”, talvolta anche ricercato, difficile. Le sue parole d’ordine erano “non banalizzare”, bensì fare informazione con una certa severità. Un atteggiamento che probabilmente derivava anche dalla sua formazione cattolica: anzi, prima ancora che cattolico, gli amici lo descrivono come un cristiano discreto, che mai esibiva la propria fede, e insieme critico, cresciuto negli anni del Concilio Vaticano II e aperto al confronto con tutte le culture, anche laiche.

Negli ultimi anni Mattioli era stato segretario generale di un’edizione del Prix Italia – il concorso internazionale radiotelevisivo e web organizzato dalla Rai – e poi, in pensione da Viale Mazzini, aveva assunto l’incarico di docente di giornalismo alla Lumsa, la Libera Università Maria SS. Assunta di Roma per la quale curava la redazione di Lumsa news, il notiziario dell’emittente radiofonica dell’ateneo. (ANSA).

Da Buon-vento.ilcannocchiale.it

Grazie Francesco

Si, lo sapevo che stavi male, e scusami se mi permetto di darti del tu… ma penso che questa volta non ti offenderai.. anzi penso non te la saresti presa comunque, perchè oltre ad essere un vero Professore, un ottimo Giornalista, sei stato anche un grande uomo… almeno per noi.. specie per me. Non scorderò mai la prima volta davanti ad un microfono, ad un vero microfono “radiofonico” e dall’altra parte c’eri tu. Senza mezzi termini mi urlasti: “ma che siamo a Radio Asilo”??? Io rossa in volto, per te e anche per altri motivi, mi son sentita morire di vergogna…ma è stato l’inizio di un percorso di crescita, i cui risultati li ho potuti apprezzare proprio negli ultimi mesi. Se sono migliorata lo devo a te che, con le tue ramanzine, mi hai aperto gli occhi su molte cose. Eri una persona aperta e solare, ma che nel momento della malattia ha cercato forse di tenere lontano quel certo dolore da cui forse ci volevi immuni. Tanta stanchezza e tanta forza si leggeva nei tuoi occhi chiari… ho un solo grande rammarico, quello di non averti salutato…
Non servono molte altre parole, forse sono anche troppe…non servono…solo un ultimo pensiero.
GRAZIE
Valentina


Una risposta a “Mattioli, un’informazione severa e mai banale”

  1. Avatar giulio

    un giorno o l’altro- pensavo- lo cercherò sul web, troverò la sua mail e gli scriverò.
    Ti ricordi? a bruxelles tanti anni fa, insegnavo a tua figlia, mi invitaste a cena e io mi sentii a casa.
    Ho ascoltato il tuo saluto a ruggero orlando, che bello!
    magari un giorno ci si vede…
    Qunado mi sono deciso a cercarlo sul web, era troppo tardi.
    ringraziate subito le persone che vi hanno dato un po’ del loro calore, potreste ritrovarvi ad inseguirli molto più a lungo di quanto non avreste mai immaginato.

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