ttraverso un semplice configuratore online è possibile personalizzare le nuove lampade sostenibili presentati dall’azienda che ha, tra i suoi marchi, anche il “campione” dell’illuminazione connessa Philips HUE
(con la collaborazione di Eric Cervi)
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Design, luce connessa e sostenibilità: sono i tre elementi su cui sta puntando Signify, azienda specializzata in illuminazione, che ha lanciato grazie a nuove soluzioni di stampa 3D lampade e lampadari smart e totalmente personalizzabili.
I prodotti
Attraverso un configuratore online molto semplice da utilizzare, i consumatori ma anche i designer e i progettisti possono creare il proprio stile personalizzato scegliendo, ci spiegano, le dimensioni, il colore, la trama e il motivo dell’apparecchio e anche il tipo di lampadina LED da installare, comprese le lampade connesse Philips HUE (marchio che fa parte di Signify) che sono compatibili con tutti gli ecosistemi della smart home e permettono una configurazione e un utilizzo anche a distanza da smartphone e assistenti vocali per creare effetti di luce, anche colorata. L’elemento della personalizzazione è uno di quelli su cui Signify punta di più considerato che ogni prodotto può essere totalmente customizzato in base alla scelta della texture o accedendo a un’ampia palette di colori con combinazioni pressoché infinite di geometrie, impreziosite poi eventualmente dall’inserimento di loghi o messaggi.
La sostenibilità e i materiali
“La tecnologia di stampa 3D – spiega a Sky TG24 Beatrice Sarnelli, Product Marketeer e 3D Champion di Signify Italia, Grecia e Israele – è tra gli strumenti più innovativi al servizio dell’economia circolare che abbiamo nell’ambito della nostra proposta. Noi stampiamo on demand, quindi solo su richiesta e quando è necessario servire i bisogni dei clienti, evitando in questo modo lo stock di prodotti inutilizzati. Per assemblare ogni prodotto utilizziamo un numero di componenti molto limitato rispetto alla tecnologia tradizionale e tutto questo fa sì che sia molto più semplice anche il processo di riciclaggio e riutilizzo di tutto il materiale adoperato. Inoltre la riduzione in termini di emissioni di carbonio è evidente in quanto risparmiamo fino al 76 per cento di emissioni già solo nella fase di produzione e approvvigionamento e oltre il 28 per cento nella fase di trasporto”. La stampa in 3D avviene, tra l’altro, anche con materiali di recupero come i CD stessi che l’azienda aveva immesso sul mercato o alcuni scarti post-industriali, con almeno un 55 per cento di contenuto proveniente da fonti rinnovabili come biomasse, oli vegetali, grassi residui”. Recentemente, tra l’altro, Signify ha introdotto anche le canne da pesca recuperate nei mari per la realizzazione di apparecchi di illuminazione pendenti o lampade da tavolo, come la Coastal Breeze, una lampada dalle linee morbide ed organiche con la tonalità tipica delle reti da pesca, il verde bluastro. Questi nuovi apparecchi, tra l’altro, permettono di ridurre le emissioni di CO2, ci spiegano sempre da Signify, fino al 47 per cento rispetto a quelli tradizionali, e utilizzando materiali in policarbonato riciclabili nella loro totalità, ogni loro singola parte può essere riutilizzata, riducendo al minimo lo spreco.
L’investimento nella sostenibilità
L’investimento nella stampa 3D, ci spiegano i vertici di Signify in una dimostrazione avvenuta presso la boutique Sforzin Illuminazione di Milano, è il risultato del perfezionamento del processo produttivo in un’ottica sempre più sostenibile. “La sostenibilità per noi è un percorso che parte da lontano e che ci ha premiato – racconta Mario Giordano, responsabile delle Relazioni Istituzionali di Signify – perché nel 2020 siamo stati la prima azienda del comparto ad essere totalmente carbon neutral e siamo stati anche inclusi per la sesta volta consecutiva all’interno del Dow Jones Sustainability Index, l’indice che premia le aziende sostenibili. La nostra strategia – continua Giordano – è raddoppiare il nostro impatto positivo sull’ambiente e sul pianeta, raggiungendo entro il 2025 gli obiettivi dell’accordo di Parigi previsti invece per il 2031, per poter rappresentare un faro e un punto di riferimento per i nostri clienti, per le altre aziende e per i partner”. Giordano ci parla anche di povertà energetica, che in Italia raggiunge l’8 per cento – la media europea è dell’11 ma questi sono dati pre-crisi russa-ucraina: “L’illuminazione per noi – aggiunge – è la strada più breve per raggiungere l’efficientamento energetico del paese, e questo va a impattare le utenze domestiche come il sistema paese, basti pensare all’illuminazione pubblica. La luce a LED, invece, ci dà la possibilità di risparmiare fino al 50 per cento in confronto all’illuminazione convenzionale, e se a questa luce aggiungiamo sistemi connessi e intelligenti il risparmio può arrivare addirittura all’80 per cento”.
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