Non solo internet ad alta velocità. Con la nuova rete “intelligente” 5G, che è già realtà in diverse città italiane, tutti gli oggetti potranno essere connessi tra loro e potranno prendere decisioni per noi
Se la seconda generazione era quella dei telefonini e la connettività era basata essenzialmente sui servizi vocali, la terza era quella dei primi smartphone e la quarta quella dell’internet veloce e dello streaming audio-video, la quinta rappresenta l’esaltazione dei servizi in cloud, dei dispositivi sempre connessi, con una copertura più capillare e più intelligente.
Le caratteristiche della rete
Una nuova ampiezza di banda e una latenza di molto inferiore agli standard precedenti fanno della rete 5G una vera e propria rivoluzione nella connettività, un vero e proprio salto verso un futuro nel quale tutti gli oggetti saranno connessi, dialogheranno tra loro e prenderanno decisioni per noi grazie all’implementazione sempre maggiore dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico. Una tecnologia già presente in diverse aree del mondo – anche d’Italia – e che si radicherà profondamente a partire dal prossimo anno. Oltre all’alta velocità di trasmissione dei dati l’impatto maggiore secondo molti analisti si avrà sul fronte delle connessioni in mobilità ad alta velocità (veicoli, treni, aerei). Inoltre particolarmente attesa è la cosiddetta connettività 3D, in grado di tracciare un punto di connessione nello spazio per poterlo servire al meglio durante gli spostamenti.
Confini inesplorati
Si aprono dunque confini inesplorati sul fronte della telemedicina, del monitoraggio a distanza dei pazienti e dei servizi di telecomunicazione, di broadcasting e di gaming, con la capacità di invio in tempo reale di flussi audio e video ad altissima qualità e con pochissima latenza: tra l’invio di una richiesta e la ricezione della risposta il tempo è ridotto al minimo, tanto da restituire un senso di immediatezza. C’è la smart road, cioè la strada intelligente, in cui tutti gli oggetti connessi dialogano tra loro per evitare incidenti. Ci sono i droni che – grazie alla rete veloce – sono in grado di sorvolare ponti e infrastrutture e analizzare lo stato di manutenzione. Ci sono le equipe mediche che lavorano a distanza per salvare vite.
Un segnale più “preciso”
Il gigante cinese delle telecomunicazioni Huawei – al centro negli ultimi mesi di una disputa commerciale con gli Stati Uniti – è ritenuto leader mondiale per sviluppo, progettazione e realizzazione delle infrastrutture 5G. “Bisogna pensare al 5G come una parte di un tutto, un sistema dove molte informazioni vengono collezionate in data center e poi distribuite verso l’utente finale certificato”, spiega Fabio Moresi, responsabile wireless marketing di Huawei Italia. “I segnali 5G – continua Moresi – hanno la caratteristica che riescono a seguire gli utenti laddove si spostano all’interno della cella. Questo permette di trasmettere le onde elettromagnetiche in modo più efficiente e solo dove sono posizionati gli utenti. Quindi migliore utilizzo dell’energia, minori interferenze verso gli altri utenti e le altre celle, un’efficienza elettromagnetica molto più alta e anche delle performance più alte perché riusciamo a migliorare la connessione tra l’antenna e il telefonino.
Una rivoluzione nelle telecomunicazioni
“Il 5G è qualcosa di davvero grande – ci spiega Thomas Miao, ceo di Huawei Italia – e cambierà significativamente il modo in cui comunichiamo e con cui lavoriamo e viviamo. Il 20% sarà usato per connettere le persone e l’80% per connettere le macchine”. Per Miao, anche grazie agli enormi benefici per il settore dell’industria, si può parlare di una tecnologia che porterà molta crescita economica.
L’impegno di Huawei in Italia
“Sono 15 anni che lavoriamo in Italia, siamo molto soddisfatti del mercato italiano e di come si lavora in Italia”, continua l’amministratore delegato Miao. “Abbiamo grandi piani per i prossimi anni, e i nostri piani sono focalizzati sull’innovazione, sulla ricerca e sullo sviluppo”. Ma come, e dove, si progetta il futuro? Siamo entrati nel centro di ricerca e sviluppo Huawei di Segrate, vicino Milano, dove dal 2008 si studiano e progettano le comunicazioni senza fili. Qui un bacino di esperti ha creato un vero e proprio laboratorio dell’innovazione, che lavora non solo per l’infrastruttura di rete italiana ma in generale per tutto il mondo. Al momento, ci spiega il direttore del centro, l’ingegner Renato Lombardi, che ci ha scortato in una visita esclusiva, tutto il lavoro è concentrato sulle frequenze altissime, sulle bande millimetriche e sulla costruzione di antenne sempre più efficienti. “La prima volta che ho sentito parlare di 5G è stato 10 anni fa. Adesso da tutta la parte di ricerca siamo finalmente arrivati alla parte di commercializzazione”.
Un laboratorio di ricerca per il mondo
Il centro di ricerca e sviluppo di Segrate è un vero e proprio laboratorio dell’innovazione che lavora non solo per l’infrastruttura di rete italiana ma per tutto il mondo. Al momento, ci spiega l’ing. Lombardi, tutto il lavoro è concentrato sulle frequenze altissime e le bande millimetriche (e più si va in alto con le frequenze di trasmissione, migliore è la resa in termini di velocità). Qui inoltre si studia il giga-wifi, il wifi del futuro molto più veloce di quello attuale. Nel centro di ricerca viene assunto solo chi ha un dottorato e, come regola, la metà degli assunti deve avere tra i 27 e i 29 anni. Difficile trovare persone così altamente istruite e formate e per questo – ci spiega Lombardi – è bene lavorare a braccetto con le università (istituendo laboratori condivisi, workshop, seminari), per scoprire i talenti prima degli altri… o prima che lascino l’Italia.
Come si progetta il futuro?
La cosa che più ci colpisce, parlando con Lombardi, è che i suoi ricercatori sono già “molto avanti” rispetto a noi e stanno già sviluppando le tecnologie che utilizzeremo nei prossimi dieci anni. “Per progettare il futuro? Ci vogliono tanta creatività e briglia sciolta”, racconta ancora Lombardi. “Adesso stiamo pensando a quali tipi di servizi ci saranno dopo il 5G”. E se gli chiediamo se ci può anticipare qualcosa, pur non potendosi troppo sbottonare risponde così, con gli occhi che luccicano di passione per il mestiere: “La prima cosa che mi viene in mente è il teletrasporto alla Star Trek. Ovviamente non il teletrasporto vero e proprio: ma se adesso con la videochiamata o altri servizi posso abilitare la trasmissione di due sensi, quindi udito e vista, perché non pensare che tra qualche anno non potremo trasmettere tutti e cinque i sensi?”.
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