da REPUBBLICA BARI – pagg. I e VI
Sentenza a Taranto per omessa vigilanza
di DANIELE SEMERARO
La seconda sezione del tribunale di Taranto ha condannato un dirigente di area, Roberto Pensa, un capo turno, Giuseppe Armentano e un capo squadra dell´Ilva, Giuseppe Ungaro, per lesioni ai danni di un operaio. Lo ha annunciato ieri il segretario provinciale della Fiom-Cgil, Francesco Fiusco. Per il dirigente d´area la pena è di due mesi di reclusione, mentre per gli altri due imputati è di 40 giorni. Raffaele Lattarulo, l´operaio ferito in un incidente avvenuto all´interno dello stabilimento, si era costituito parte civile.
Secondo la ricostruzione fornita dal sindacato, il lavoratore, che era stato assunto all´Ilva con un contratto di formazione-lavoro, mentre entrava nell´abitacolo di una macchina operatrice chiamata bob cat, aveva toccato inavvertitamente il pedale di comando della benna (un apparecchio costituito da due grandi valve a cerniera apribili a comando che serve per rimuovere materiali), che si era innalzata schiacciandogli la testa. Il legale di uno degli imputati, spiega la Fiom, aveva chiesto inizialmente la condanna dell´operaio per falsa testimonianza. Per il sindacato, però, con la sentenza del tribunale «si afferma il dovere dell´azienda di proteggere il lavoratore innanzitutto dalla sua inesperienza, cosa che è stato accertato non essere avvenuta».
La decisione dei magistrati, aggiungono i rappresentanti della Fiom, «sembra contraddire il recente orientamento del giudice del lavoro di Taranto che, in una pronuncia, aveva avallato la decisione dell´Ilva di licenziare tre dipendenti in quanto colpevoli di essersi ripetutamente infortunati». Intanto lo Slai-Cobas di Taranto ha chiesto un incontro alla direzione dell´impianto siderurgico «per discutere di questioni molto sentite dai lavoratori», tra cui il ripristino della timbratura del cartellino alle portinerie, la rimodulazione dell´orario della mensa, «per consentire ai lavoratori normalisti di uscire alle 15», e il passaggio di livello automatico dopo cinque anni di permanenza al livello inferiore. «In caso di mancata risposta – rende noto lo Slai-Cobas – dal 26 settembre verrà indetto uno stato di agitazione con blocco degli straordinari, sciopero della mensa e presìdi».
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