Daniele Semeraro

Giornalista

Tribù indios esce dalla giungla: "Pronti per la società civile"



Accade nel sud della Colombia, ai confini della Foresta amazzonica
Un gruppo di Nukak-Makú ha deciso di vivere ai bordi di una città

Tribù amazzonica lascia la giungla
“Siamo pronti per la società civile”

I cittadini li aiutano, ma alla lunga sarà difficile trovare loro un ruolo

GUARDA LE IMMAGINI (Dal New York Times)

BOGOTÀ (Colombia) – Si convertono alla civiltà, dopo aver vissuto, da sempre, nell’età della pietra. Sono i Nukak-Makú, una tribù che vive a diverse centinaia di chilometri a sud di Bogotà, in Colombia e che, fino a pochi giorni fa, vagava attraverso le centinaia di chilometri della Foresta amazzonica, uccidendo scimmie con cerbottane e setacciando il sottobosco per nutrirsi.

Così, improvvisamente e soprattutto misteriosamente, ottanta Nukak, tra grandi e piccini, sono usciti dalla giungla, mezzi nudi e accompagnati da piccole scimmie, e si sono presentati nei pressi della vicina cittadina di San José del Guaviare. Unico contatto con la civiltà, uno di loro, Belisario, che conosce lo spagnolo perché numerose volte si era allontanato dal gruppo per trascorrere dei brevi periodi in città.

“Da dove venite?” è stata la prima domanda della gente. E la loro risposta è stata la più semplice: “Dalla foresta”. “Non vogliamo tornare indietro – ha spiegato un uomo chiamato Ma-Be – ma vogliamo stare vicino alla città. Qui possiamo coltivare il nostro cibo e nel frattempo aiutare ed essere aiutati dalla popolazione cittadina”.

I Nukak non hanno il concetto del denaro, della proprietà privata, del ruolo del governo e non sanno nemmeno dell’esistenza di uno stato chiamato Colombia. Tra le prime cose che hanno chiesto – raccontano i cittadini – è “su quale razza di strada invisibile camminassero in cielo gli aerei”.

Quello che per ora non è assolutamente possibile sapere è il perché di questa scelta radicale: lo stato in cui hanno vissuto fino ad ora, in ogni caso, li rende assolutamente impreparati per la vita nella società civile.

Uno di loro, Va-di, qualcosa però si è fatto scappare: “Il Nukak Verde ci ha detto di smetterla di vagare per la giungla, o ci sarebbero stati problemi. Il Nukak Verde ci ha detto di andare in un posto dove possiamo essere al sicuro”. Secondo gli esperti, il “Nukak Verde” potrebbe essere un guerrigliero marxista (di solito usano camuffarsi) che ha cercato di spaventarli per conquistare il loro territorio e insediarvi una piantagione di cocaina. Un’altra ipotesi, invece, è che un’altra tribù Nukak abbia cacciato questa.

Per adesso i cittadini di San José stanno provvedendo a fornire cibo e vestiti ai Nukak, che si sono stabiliti in una radura ai margini della città, chiamata Aguabonita. “La gente vuole proteggerli – spiega un cittadino – ma portargli ogni giorno cibo e vestiti non li aiuterà a sopravvivere per molto tempo”. Bisognerebbe, in effetti, trovare loro un ruolo nella società.

Anche se non è chiaro da quante persone sia composta l’intera popolazione dei Nukak, alcuni antropologi credono che a causa dei contatti avvenuti con la società civile negli ultimi anni (i primi incontri con la civiltà sono datati 1998) si sia sensibilmente ridotta a causa di malattie per noi comuni (come influenza e raffreddori) dalle quali, però, gli indigeni non hanno difese naturali.

(11 maggio 2006)


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