Centinaia di interventi nel forum sul caro affitti di Scuola&Giovani
Dalle denunce alle contraddizioni agli esempi, positivi, dell’estero
AAA casa fatiscente per studenti
viaggio negli affitti con i nostri lettori
di DANIELE SEMERARO
ROMA – “Ho la fortuna di avere una bella tenda da sette posti, alloggio in campeggio e pago cinque volte meno di un appartamento… e in più vivo in completa armonia con la natura”. Questa è l’estrosa soluzione che un lettore dà al problema del caro-affitti per gli studenti fuori sede sul forum aperto da Scuola&Giovani di Repubblica.it.
Cantine spacciate da monolocali, tuguri da 500 euro al mese, abitazioni fatiscenti dove anche il bagno e il riscaldamento sono un optional. Gli interventi, centinaia in meno di due giorni, provengono da ogni parte d’Italia (ma alcuni raccontano anche l’esperienza degli studenti italiani all’estero) e raccolgono denunce, frasi ironiche, proteste. Abbiamo raccolto i più interessanti e li abbiamo divisi in tre categorie.
Eda tutti emerge lo stesso problema di fondo: “In Italia purtroppo – scrive Ale – ci chiedono di fare i pendolari, ma non ci danno mezzi di trasporto. Ci chiedono di trasferirci, ma non ci mettono nelle condizioni di trovare una casa”.
Denunce. “Di recente un’agenzia – scrive uno studente – mi propone un ‘bivani’ da 750 euro al mese. Vado a vederlo e mi trovo di fronte, in mezzo a un giardino, una capanna di circa 20mq, in tavole di legno con l’aria che filtrava dalle fessure. Però era arredata”.
Scrive un altro: “Sono arrivato a Modena nel 1997 e pagavo 400mila lire per stare in due in una camera di due metri per due con bagno alla turca… un vero girone dantesco con più di trenta ragazzi stipati in un casermone da dodici stanzette… potete immaginare il caldo che faceva d’estate…”.
E ancora: “A Torino esiste un’agenzia costituita da ex studenti che tolgono gli annunci dalle bacheche delle università per inserirli all’interno di una loro banca dati, consultabile solo dietro abbonamento”.
Ci sono poi delle situazioni davvero da terzo mondo come quella segnalata da un ragazzo milanese: “La bestialità di alcuni proprietari di case arriva fino a dare in affitto un loft a 20 minuti dal centro di Milano infestato da scarafaggi (decine e decine al giorno, in inverno…), giustifcati inizialmente come ultimi residui di una deblattizzazione, poi rivelatisi insediati da tempo nelle fondamenta, e resistenti ad ogni tipo di veleno o trappola”.
Oppure come la storia di un “appartamento” di Perugia: “Camera singola 6mq a 220 euro più spese, appartamento di 50 mq per 3 persone, zona stazione in condominio abitato da trans e spacciatori (è inutile chiamare la polizia: non ricevono più chiamate da questo palazzo); non esiste contratto, macchie d’umidità su tutte le pareti, la caldaia non funziona e il proprietario non ha intenzione di sostituirla”.
Una situazione simile è capitata anche a uno studente della Capitale: “Bagno: metri 2,5×1, water, lavandino, doccia a terra, muffa a mazzi sui muri. Cucina minuscola, tubature semidivelte, pavimento in linoleum rigonfio. Cameretta occupata da un armadio a sei ante, rimaneva solo lo spazio per un letto singolo. Sala diventata camera doppia per necessità. Controsoffitti in polistirolo, senza riscaldamenti. Condizioni igieniche rivoltanti. 750 euro, ci stavamo in 3”.
Per non parlare poi dei problemi degli studentati, primo tra tutti il Civis di Roma. Riportiamo una delle denunce: “Il 90% degli occupanti sono albanesi di cui una buona parte abusivi “regolamentati” dalla mafia albanese che c’è all’interno. Ed anche i titolari albanesi hanno del marcio: se andate a leggere le graduatorie ci sono ragazzi che dichiarano un reddito di 0,50 cent o 1 euro. Alle proteste i responsabili delle assegnazioni rispondono dicendo che non possono fare approfondite ricerche sulla veridicità di queste dichiarazioni”.
Contraddizioni. “Università della Calabria a Cosenza – scrive un lettore -. Oltre 30mila studenti, laureati di qualità, vedi copertina del Time sui cervelli in fuga. Le case? Io abito in un appartamento per quattro da 150mq, arredato, due bagni e sgabbuzzino. Ogni stanza ha il balcone. Pago 190 euro al mese, con 220 rientro anche nelle spese. Ma si trovano singole anche a 150 euro. Beh, se poi uno vuole andare altrove…”
Racconta un genitore: “Cari studenti, avete la mia più ampia comprensione e appoggio il vostro contestare i proprietari di case che si comportano da strozzini. Se questi pensassero solamente che un giorno anche un loro figlio potrebbe avere bisogno di un posto in un’altra città, forse cambierebbero. Io che per alcuni anni ho dato in fitto un appartamento a studenti per necessità l’ho pensata così ed ho trattato gli studenti come se fossero stati figli miei”. Purtroppo questo è un caso abbastanza isolato.
Vivere all’estero. I messaggi che arrivano dall’estero non fanno che confermare l’urgenza di “fare qualcosa” per la situazione – disastrosa – che c’è in Italia, e mettono al confronto il nostro Paese con alcune realtà all’estero decisamente migliori.
“L’anno scorso ero Erasmus a Bruxelles, dove gli affitti non sono poi così alti: con 500 euro hai un appartamento intero, senza contare che gli stipendi sono molto più alti… dopo la laurea me ne andrò dall’Italia” scrive un lettore.
Un altro studente Erasmus racconta la propria esperienza in Spagna: “Ho vissuto a Salamanca per più di un anno, è l’università stessa che ti aiuta! Si, sembra un sogno ma è realtà: basta andare all’ufficio di orientamento e ti danno la lista aggiornata ogni giorno, con le stanze o appartamenti liberi con relative coordinate e informazioni complete e veritiere”.
Dall’Inghilterra un’altra testimonianza di come all’estero le cose vanno meglio che qui da noi: “Nel Regno Unito le camere doppie non esistono proprio, non gli passerebbe neanche per la testa di dividere il proprio spazio più privato con qualcun’altro. Nella mia città (Aberdeen) il prezzo di una singola va dalle 150 alle 200 sterline (225-300 euro) più spese di riscaldamento e luce: decisamente abbordabile (per l’Inghilterra) e l’offerta è più che ampia, per non parlare dei dormitori che sono enormi, ben organizzati e con prezzi identici ai privati”.
(16 marzo 2006)
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