L’annuncio del ministro della Salute: il governo intende
apportare modifiche alla 180, ventotto anni dopo
Storace: “È arrivato il tempo
di ridiscutere la legge Basaglia”
Scettica l’associazione degli psichiatri: “Non sarà
una nuova normativa a far funzionare i servizi del settore”
di DANIELE SEMERARO
ROMA – “Credo sia giunta l’ora di mettere mano alla legge 180”. Il ministro della Salute Francesco Storace ha così annunciato, a margine della cerimonia di insediamento del nuovo presidente della Croce Rossa Italiana, la volontà di modificare la legge Basaglia sulla tutela del disagio mentale. Il ministro ha detto: “Non voglio mettere in discussione l’impalcatura della legge, ma dopo 30 anni credo ci siano cose che vanno riviste per dare una prospettiva di maggiore sicurezza alle famiglie”. E le modifiche alla legge, si affretta poco dopo a precisare il portavoce di Storace Pierguido Cavallina, “saranno precedute da un’ampia, seria e approfondita consultazione con tutti i soggetti interessati”.
Dello stesso avviso il sottosegretario alla Salute Elisabetta Alberti Casellati, che, pur ritenendo la riforma Basaglia “fondamentale per il reinserimento nella società dei malati di mente”, individua però nella legge 180 alcune carenze: “Quella che è mancata negli anni – ha detto – è stata la creazione di strutture intermedie nel territorio tese a garantire un passaggio equilibrato del malato dalla fase acuta della sua condizione alla successiva socializzazione”.
Scettici gli psichiatri: per Carmine Munizza della Società Italiana di Psichiatria “è fondamentale mettere mano alle attuali disfunzioni del sistema attraverso progetti-obiettivo mirati, piuttosto che pensare ad un intervento sulla legge 180”, considerato che “non sarà certamente una nuova legge a garantire che i servizi nel settore della psichiatria funzionino”.
Per il verde Paolo Cento “per fortuna il governo ha i giorni contati e i propositi di Storace non possono essere relizzati. Quello che preoccupa – aggiunge – è il nuovo tentativo di speculare sul dolore di migliaia di persone che quotidianamente si confrontano con il disagio mentale”. Gli fa eco Marco Rizzo dei Comunisti Italiani, secondo cui “il governo Berlusconi ha già dato ampiamente prova di essere reazionario e pericoloso. L’esperienza del professor Basaglia è un patrimonio importante che ha aperto nuovi orizzonti alla scienza medica”.
La legge 180, meglio conosciuta come “legge Basaglia”, è stata approvata ed è entrata in vigore nel 1978, ed è passata alla storia come il provvedimento che ha chiuso i manicomi in Italia. Essa ha vietato le nuove ammissioni in manicomio e sancito che non si costruissero più ospedali psichiatrici. Dal 1978 in poi, così, sono stati vietati nuovi ricoveri e si sono istituiti i centri d’igiene mentale (prima dell’entrata in vigore della legge, invece, bastava una firma del medico per rinchiudere per sempre in manicomio un malato considerato pericoloso “per sé e per gli altri”). Più volte nel nostro Paese le associazioni dei familiari dei malati hanno cercato di mettere in evidenza le carenze assistenziali e di personale.
(28 dicembre 2005)
(Nella foto: Il ministro della Salute Francesco Storace)
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