La decisione dell’Alta Corte di Londra, dopo la denuncia di una donna che concedeva ai propri figli di rimanere a casa. La sentenza crea un precedente
In vacanza invece che a scuola?
Londra, vietato per legge
Anche il premier Tony Blair, nel 1999, aveva avuto un problema simile
di DANIELE SEMERARO
LONDRA – Settimane bianche, addio? Sì, almeno in Inghilterra. Secondo quanto ha deciso l’Alta Corte di Londra, infatti, i genitori che faranno perdere giorni di scuola ai figli per portarli in vacanza senza il permesso del preside, commetteranno un reato. I giudici, infatti, hanno stabilito che dev’essere la scuola, non i genitori, a decidere se uno studente può saltare le lezioni ed essere portato in vacanza durante il periodo scolastico.
Da oggi, dunque, i genitori possono andare incontro a un reato perseguibile penalmente se decideranno, dopo aver avuto il no di preside e professori, di infrangere la legge. La decisione è arrivata dopo che una donna aveva concesso alle proprie tre figlie di “marinare” la scuola per una settimana e rimanere a casa. Il periodo, infatti, coincideva esattamente con le finali di una competizione di ballo.
La donna, così, è stata accusata dall’autorità educativa di Bromley di trasgredire all’Education Act del 1996 per aver fatto disertare la scuola ai propri figli. Non è tutto: le ragazze si assentavano spesso, sia per motivi di salute, sia per motivazioni più frivole, come il traffico intenso della mattina o l’avaria della macchina. La condotta delle tre studentesse era abbastanza buona, così come i loro voti. I guidici, allora, avevano chiesto in prima istanza alla donna di prestare una cura maggiore nell’educazione delle proprie figlie. L’autorità scolastica locale, però, ha chiesto ai giudici di rivedere la propria posizione in sede di appello. E così, ieri, l’Alta Corte ha stabilito che i magistrati di primo grado avevano male interpretato la legge. Di qui la pronuncia, e quindi la denuncia, che crea un vero e proprio precedente che tutti i genitori dovranno, da ora in poi, tener presente.
John Dunford, segretario generale dell’Association of School and College Leaders (l’associazione che riunisce presidi di scuole e collegi), ha apprezzato la decisione dei giudici: “Questo – ha detto – creerà un precedente che aiuterà molto le scuole e i presidi che vogliono cercare di arginare il problema delle vacanze troppo lunghe o delle assenze troppo frequenti, che possono interferire con l’educazione dei ragazzi”. Dello stesso avviso anche il Department for Education and Skills, il ministero inglese dell’istruzione, che aveva già espresso il proprio dissenso nei confronti delle vacanze troppo lunghe e aveva invitato gli insegnanti a non dare il proprio consenso a meno che non ci fossero circostanze eccezionali.
Nella questione è stato coinvolto, qualche anno fa, anche il primo ministro britannico. Nel 1999, infatti, Tony e Cherie Blair ebbero uno scontro col preside del London Oratoy School quando portarono i propri figli in vacanza alle Seychelles: il periodo, infatti, coincideva con l’inizio delle lezioni.
(8 marzo 2006)
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