La Cassazione ha condannato per lesioni un centro estetico che non aveva avuto dai genitori di una ragazzina il consenso ad effettuarli
Senza il consenso dei genitori
è reato tatuare un minorenne
di DANIELE SEMERARO
ROMA – Tempi duri per i minorenni che vogliono farsi un tatuaggio da “esporre” tra gli amici, senza farlo vedere ai propri genitori. Da oggi, infatti, chi esegue tatuaggi su minori che non hanno l’autorizzazione dei genitori rischia una condanna per lesioni volontarie.
La decisione è della Corte Costituzionale (la sentenza è 45345 della IV sezione penale) che ha confermato la condanna per lesioni nei confronti della proprietaria di un centro tatuaggi di Torino, Carmela V., 35 anni, che aveva eseguito un tatuaggio di quattro centimetri ad un’adolescente, Giulia D.R., senza aver ottenuto il “valido consenso” di padre e madre della minore.
Ai fini della configurabilità del reato di lesioni, sottolinea la suprema Corte, sono infatti sufficienti anche dei “fatti lesivi di modesta entità” come “le ecchimosi, i graffi, le scalfiture, le abrasioni”, tra i quali rientra anche il tatuaggio. Nel caso in questione, infatti, la perizia aveva stabilito che l’immagine che la ragazzina si era fatta tatuare all’insaputa dei genitori aveva “prodotto un’alterazione della funzione sensoriale e della funzione protettiva della cute, comportante, per la sua eliminazione, la necessità di un’intervento terapeutico, sia pure di modesta consistenza”.
L’imputata aveva cercato di difendersi, senza successo, sostenendo che il tatuaggio effettuato nel 1999 era “assai tenue e molto localizzato”. Per la Cassazione, però, si tratta comunque di lesione, e per questo chi lo esegue deve richiedere ai minorenni il consenso espresso “da chi esercita la potestà genitoriale”.
Attualmente è possibile eliminare un tatuaggio quasi senza lasciare traccia, tramite la tecnologia laser, ma i costi non sono certamente accessibili quanto quelli di un tattoo: si aggirano infatti tra i 1000 e i 1500 Euro.
D’accordo con la sentenza, almeno in parte, il presidente dell’Associazione tatuatori italiani riuniti (Atir), che torna a chiedere una legge in materia: “È fuorviante, in generale, associare l’idea di lesioni volontarie ai tatuaggi, perché sono comunque abrasioni, lesioni seppur lievi. Ogni tatuaggio – spiega Serra – è sostanzialmente una lesione cutanea guaribile in sei giorni. Questo non significa deresponsabilizzare i tatuatori che, innanzitutto, non dovrebbero mai tatuare chi ha meno di quattordici anni e farlo con il permesso dei genitori tra i quattordici e i diciotto anni”.
(14 dicembre 2005)
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