Si chiama “Durmibus” ed è stato progettato dagli studenti del Politecnico della Catalogna. Ha capsule per dormire, wc, doccia e “alti standard abitativi”
Dalla Spagna un bus per dormire
dedicato al nomadismo urbano
Il bus può essere utlizzato anche ad evitare le stragi dovute alla guida in stato di ebbrezza o ad accogliere i sopravvissuti di un disastro
di DANIELE SEMERARO
MADRID – Come evitare le stragi del sabato sera o accogliere i sopravvissuti di un disastro naturale? Gli studenti dell’Universitat Politècnica de Catalunya hanno avuto una singolare idea: quella di progettare un autobus, battezzato “Durmibus”, “dedicato a tutti quelli che vivono e praticano il nomadismo contemporaneo”.
Creato insieme agli architetti Veronica Santos Costa, Irving de la Rosa, Patricia Cocco e Beth Gali, l’autobus è costituito, al suo interno, da piccole capsule, del tutto simili ai micro-alloggi giapponesi, grandi come un loculo, in cui è possibile entrare solo per dormire, in uso nelle megalopoli del Sol Levante.
Le piccole capsule (ogni “Durmibus” ne contiene 22) permettono di riposare “comodamente” mentre l’autobus è in movimento. Non è tutto, perché, a detta degli studenti, assicurano buone condizioni di abitabilità: ognuna ha, infatti, un sistema di climatizzazione e illuminazione indipendente. Il bus, poi, ha un sistema di ventilazione e di isolamento acustico rispetto ai rumori esterni, con alti standard di pulizia e privacy. Al suo interno anche doccia, wc e uno spazio per guardare la tv o bere un caffè. Il mezzo, specificano gli studenti, può essere costruito sia partendo da pullman nuovi che da autobus pubblici non più in uso.
“Durmibus” può costituire un alloggio di fortuna (ed essere utilizzato, ad esempio, in aeroporti per accogliere i passeggeri di voli cancellati, o fuori dalle discoteche) ma si rivolge anche a chi pratica il “nomadismo estremo”: “Abitare in movimento – spiegano i progettisti – è un’opportunità che apre a una nuovo modo di vivere la città e si adatta a necessità e problematiche del nostro tempo attraverso l’applicazione e la riutilizzazione dei mezzi tecnologici attuali. La virtù di questa proposta – raccontano – sta nel fatto che ‘Durmibus’ non è un elemento statico: migra nella città, diviene movimento”.
(25 aprile 2006)
(Nella foto: l’interno di “Durmibus”)
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