Centinaia di studenti hanno presentato al museo della Scienza di Milano progetti ed esperimenti di chimica, fisica e biologia studiati durante l’anno
La carica degli scienziati under 18
a Milano la primavera della scienza
di DANIELE SEMERARO
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ROMA – Si conclude oggi a Milano, tra circuiti elettrici, pannelli fotovoltaici e esperimenti di ogni genere, la “Primavera della Scienza”, un’iniziativa organizzata dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia che ha visto impegnate oltre 60 scuole (elementari, medie e superiori) che hanno presentato le esperienze scientifiche realizzate durante l’anno. Protagonisti assoluti gli studenti, che per questa fiera della “scienza under 18”, arrivata alla nona edizione, hanno mostrato al pubblico progetti di primo livello, estremamente interessanti e soprattutto non semplici da mettere in atto.
Tra le materie studiate e approfondite dai ragazzi, la fisica, la chimica, la biologia, l’astronomia, la matematica e argomenti interdisciplinari collegati alla tecnica, all’arte e alla musica. Gli studenti stessi sono stati protagonisti e registi anche anche di film e cortometraggi (come “Misuriamo la luna”, un video per raccontare un’esperienza di ricerca sulla Luna, i suoi crateri e le sue montagne, di cui su Repubblica Multimedia proponiamo uno spezzone) e del teatro scientifico, dove hanno “messo in scena” la scienza.
Agli studenti, poi, è stata anche affidata l’accoglienza dei visitatori, la progettazione grafica del materiale informativo della manifestazione, la documentazione fotografica dei singoli eventi, la realizzazione del sito web e la redazione di un giornale scientifico elaborato in tempo reale (leggi il giornale). L’obiettivo, spiegano gli organizzatori, “è quello di potenziare la capacità dei ragazzi di comunicare la scienza e condividerla con gli altri; discutere e parlare di scienza con rigore ma in modo semplice, sollecitando interesse e curiosità; non da ultimo, favorire il confronto e la collaborazione tra scuole e insegnanti che lavorano sui temi della scienza e della tecnologia”.
I lavori presentati al pubblico durante le tre giornate hanno spaziato attraverso tutti gli ambiti della scienza. “Noi della scuola media Carlo Porta di Milano abbiamo presentato numerosi esperimenti che abbiamo studiato a scuola – spiega Elena Invernizzi, 13 anni, III media – su acqua, elettricità e idrogeno. Ad esempio abbiamo costruito un modellino di un’automobile che va a idrogeno utilizzando acqua distillata e non inquina l’ambiente; poi – prosegue – abbiamo presentato l’esperimento dei vasi comunicanti e abbiamo lavorato molto con materiali come ferro e metallo”.
Tanti i lavori all’insegna dell’ecologia e della sostenibilità ambientale, come quello presentato da un gruppo di 18 studenti dell’istituto Virgilio di Milano: “Abbiamo progettato – spiega uno di loro, Michele Marzi, 17 anni – un sistema per rilevare dati in tempo reale da un pannello solare. Tramite un circuito elettrico collegato a un computer e una cellula fotovoltaica riusciamo a visualizzare su un monitor tutti i dati sul pannello fotovoltaico come l’intensità, la luminosità, la corrente che viene acquisita e il rendimento. Il progetto – continua – è durato tre mesi e secondo noi è fondamentale per l’evoluzione di un sistema che va a sfruttare una fonte rinnovabile che in futuro avrà un’importanza molto elevata”.
I ragazzi si sono cimentati anche nella costruzione di elementi di robotica: molto bello e sofisticato, ad esempio, il progetto presentato dalla scuola media Quintino Di Vona – Tito Speri. Ci spiega Tobia Cancelliere, III media, 14 anni: “Il nostro progetto si chiama ‘Il magazzino della fabbrica di cioccolato’. Abbiamo creato con i mattoncini della Lego un braccio robotico con degli ingranaggi composti sempre da mattoncini. Poi, utilizzando i linguaggi Gwbasic e VisualBasic e alcuni circuiti elettrici, li abbiamo programmati in modo da farlo muovere”. Non è tutto, perché i ragazzi hanno anche programmato un sensore ottico che riconosce i mattoncini (bianco, nero o rosso) che si trova davanti. A colore diverso corrisponde un movimento diverso. Un lavoro complesso, che va a simulare il funzionamento di una catena di montaggio, che ha avuto bisogno anche di molto tempo per la preparazione: “Abbiamo lavorato in otto per un mese, in orario extrascolastico, circa 20 ore alla settimana”. Ma a lavoro finito sono tutti soddisfatti: “Ne è valsa la pena”.
(19 maggio 2006)
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