Il fuoriclasse russo stava viaggiando da Torino a Milano
Nebbia, paura per Plushenko
coinvolto in maxi-tamponamento
Nessuna conseguenza, ma seri danni alla macchina
di DANIELE SEMERARO
TORINO – Momenti di paura per l’angelo russo Evgeni Plushenko, il danzatore dei pattini che ieri ha conquistato l’oro a Torino. Erano da poco passate le 8 e si trovava sull’autostrada Torino-Milano, direzione aeroporto, dove lo aspettava il volo per tornare a casa. All’improvviso è scesa fitta la nebbia ed è cominciato l’inferno: tamponamenti a catena, vetri e fari in frantumi, feriti, ambulanze.
Alla guida c’era Lorenzo Boglione, il figlio diciannovenne di Marco, patron del Basic Village-Robe di Kappa, dove la Russia ha insediato il suo quartier generale. Dietro l’allenatore, Alexej Mishin. Eugeni dormiva, felice, medaglia sul cuore e nelle orecchie ancora la standing ovation del Palavela e il ricordo della grande festa a Casa Russia, durata fino alle 4 di notte tra champagne e balli. Un party grandioso, al quale hanno partecipato tutti i vip russi presenti alle Olimpiadi di Torino: vecchie medaglie d’oro, giocatori della squadra di hockey, pattinatori, politici, cantanti e attori.
Solo poche ore di sonno, poi la partenza. Quindi la paura: “È stato un momento terribile, non si vedeva nulla”, racconta Lorenzo Boglione, autista dell’Audi Q7 (in Italia non è ancora in vendita) messa a disposizione da Casa Russia. “Solo un attimo, poi sono riuscito a frenare – continua Lorenzo – ma purtroppo è cominciato un tamponamento a catena, il colpo è stato violento. La vettura che ci seguiva si è schiantata contro la nostra procurandosi gravi danni. Eugeni si è svegliato di soprassalto, io continuavo a scusarmi e lui mi diceva che non dovevo preoccuparmi, che ero stato bravissimo. Mi ha ringraziato un milione di volte”.
L’auto è poi ripartita alla volta di Malpensa, da dove Eugeni è partito alla volta di Mosca, per festeggiare ancora tra la sua gente, sul cuore sempre la medaglia olimpica.
(17 febbraio 2006)
(Nella foto: Evgeni Plushenko)
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