Roma, Milano, Torino, Padova: gli studenti commentano a caldo la fine della prima
prova. La parola d’ordine è: “Non è ancora finita, restiamo concentrati”
Stanchi, felici o insoddisfatti
“Ci siamo giocati il futuro in 6 ore”
di DANIELE SEMERARO
ROMA – Stanchi, ancora un po’ preoccupati ma consapevoli di aver dato il meglio di sé, gli studenti che hanno sostenuto la prima prova degli esami di maturità tornano a casa. Sei ore di tempo, poche possibilità di distrazione e di comunicazione pena l’annullamento del tema, i ragazzi si sono cimentati su argomenti scientifici, letterari e storici, saggi brevi e articoli di giornale. Come era prevedibile, le aspettative dei giorni scorsi (che vedevano in pole position Giovanni Pascoli, Svevo o Calvino, la figura di Giovanni Paolo II e quella di Freud) non sono state rispettate. Per la prima prova, infatti, il ministero dell’Istruzione ha scelto i limiti della scienza (ambito tecnico-scientifico), che sembra il tema andato per la maggiore, seguito da quello sul distacco nell’espressione ricorrente dell’esistenza umana. Fanalino di coda il tema su Giuseppe Mazzini (molti studenti, infatti, si sono lamentati perché Mazzini non è argomento dell’ultimo anno).
“Ho svolto la traccia di ambito artistico-letterario, quella sul distacco – spiega Chiara, del Liceo Scientifico Enriques di Roma -. L’ho strutturato come un articolo di giornale, in cui racconto il caso di una ragazza che è andata in Spagna per cominciare una nuova vita. Una scelta difficile, perché pensava di doversi allontanare per crescere. Da là mi sono ricollegata a una riflessione sul distacco, che porta con sé dolore ma anche la maturazione e il superamento di se stessi. Nella mia classe – continua – il tema che è andato per la maggiore è stato questo, insieme all’analisi del testo di una poesia di Ungaretti, autore che avevamo studiato. Alcuni miei amici hanno fatto anche quello sulla scienza”.
Seconda traccia, quella sul distacco, anche per altri due ragazzi del liceo classico Virgilio, di Roma: “Mi piaceva molto – spiega Linn – il tema su Ungaretti, ma avevo paura di entrare in un argomento troppo specifico e quindi di sbagliare. Invece ho svolto la traccia sull’estraniazione dell’uomo, e credo che sia andata bene. Alla fine mi sono resa conto, nonostante la tensione, che altro non si trattava che di un normale tema in classe. Mi aspettavo – continua – un ambiente più rigido, invece addirittura la presidente di commissione è venuta solo all’inizio e poi non si è più fatta vedere”. Dello stesso avviso Fabrizio, anche lui del Virgilio: “Direi che è andata bene – racconta subito dopo essere uscito dall’istituto – ho fatto un saggio breve di ambito letterario sul distacco. Nella mia classe è quello che è andato per la maggiore. Mi sono piaciute molto le tracce, anche se non rispecchiavano per niente le anticipazioni che erano uscite su internet, che parlavano di Svevo, Costituzione e Giovanni Paolo II. Anche Mazzini sarebbe stato interessante come tema da svolgere, ma non era argomento di quest’anno ed è stato meglio non rischiare”.
Tra i temi andati per la maggiore, racconta Fabrizio, anche quello su finalità e limiti della conoscenza scientifica. “Ho scelto il tema scientifico, quello sulla finalità della scienza nel mondo moderno – racconta uno studente del liceo Primo Levi di Roma – e mi sembra di aver fatto un buon tema. Ungaretti non ce lo aspettavamo per niente; per il resto i saggi mi sono sembrati un’incognita”. Spiega, invece, un suo “collega”: “Ho scelto il tema di attualità, quello sulle campagne e paesi d’Italia. Mi è sembrato adatto a me, perché la mia famiglia proviene da un piccolo paesino, e ho potuto raccontare delle mie esperienze personali. Credo però che siano state tutte delle buone tracce: comprensibili e in alcuni casi anche semplici da svolgere”.
“Mazzini era fuori programma, peccato – racconta una ragazza del liceo classico Massimo D’Azeglio di Torino – e allora, partendo dalla mia esperienza personale, ho svolto il tema sulle periferie: avendo partecipato come volontaria all’organizzazione delle Olimpiadi di Torino 2006 ho potuto parlare della riqualificazione della mia città”. Si lamentano, invece, altri studenti. Marco, dello scientifico Righi di Roma, ad esempio, parla di tracce poco moderne: “Ci aspettavamo un tema sulla Costituzione, argomento che avevamo trattato diverse volte durante l’anno, e invece non è uscito”. Dello stesso avviso alcuni studenti del liceo classico Tito Livio di Padova: “Non ci aspettavamo questo tipo di titoli – raccontano – speravamo di poter avere qualche scelta in più soprattutto nel campo dell’attualità: potevano far uscire un tema sullo sport o sul Papa… quelli di quest’anno in generale non ci sono piaciuti”.
I 485mila studenti hanno dato dunque il massimo per cercare di svolgere la prova nel migliore dei modi (il punteggio oscilla tra 1 a 15 punti). Qualche ora di riposo, poi si ritorna sui libri: domani il secondo scritto che varia a seconda degli indirizzi (greco al classico, matematica allo scientifico); venerdì la terza prova scritta, quella preparata delle singole commissioni esaminatrici. “I professori – racconta ancora Fabrizio – sono stati fiscali con le regole (cellulari banditi, al bagno solo dopo tre ore) ma si sono comportati in modo molto corretto. In alcuni casi ci hanno anche aiutato, dandoci qualche indicazione sul tema che volevamo svolgere. È stata una giornata abbastanza tranquilla, la preoccupazione c’è soprattutto per il compito di Greco domani e per la terza prova venerdì”. Gli fa eco Chiara: “Questa è andata, il vero problema sarà il compito di matematica di domani”.
(21 giugno 2006)
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