Daniele Semeraro

Giornalista

Marzo, tutti in gita scolastica. Tre milioni di studenti in viaggio


Tra le mete preferite Spagna, Praga, Sicilia e Roma. Dimezzate le visite a Napoli
Ma i docenti accusano: “Una responsabilità enorme per una paga vergognosa”

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ROMA – I viaggi d’istruzione, le “gite”, come sono più comunemente chiamati, sono probabilmente il periodo più atteso dell’anno da parte degli studenti, felici di trascorrere un po’ di tempo fuori casa, lontano dai genitori e con i propri amici. Si tratta forse delle esperienze più importanti per i ragazzi delle scuole medie e dei licei, che in molti casi proprio grazie alla scuola iniziano ad avere un primo rapporto con il turismo e con luoghi lontani dalla propria città. Un periodo che, al contrario, non è però molto atteso da parte dei docenti, spesso sottoposti a un controllo massacrante, costretti a non dormire la notte e con paghe vergognose.

Le gite riguardano da vicino oltre il cinquanta per cento degli studenti italiani, la maggior parte dei quali si appresta a partire proprio nelle prossime settimane: marzo, infatti, sembra essere il periodo prediletto per allontanarsi per qualche giorno dalle quattro mura della propria scuola. Nel 2007 si sono mossi in media 2,7 milioni di studenti pari a un totale di circa 130mila classi, con un giro di affari che supera i 350 milioni di euro.

Le statistiche. Secondo un’indagine svolta su un campione di oltre 360 istituti scolastici superiori di secondo grado dall’Osservatorio sul turismo scolastico del Touring Club Italiano, la gita scolastica si conferma un appuntamento al quale non rinuncia oltre la metà delle classi italiane e più di due terzi degli studenti. Il periodo dell’anno in cui si concentrano maggiormente le partenze, dicevamo, è il mese di marzo (oltre la metà delle gite), cui seguono aprile, febbraio e maggio. Un dato, spiegano gli esperti del Touring, che se confrontato con quelli del 1999 fa emergere “una tendenza alla destagionalizzazione delle partenze: nel 1999, infatti, le partenze tra marzo e aprile si attestavano all’84 per cento del totale, mentre nel 2007 sono al 77,8 per cento”.

Le mete. Parigi o luoghi manzoniani? Praga o la Grecia? La meta preferita, ovviamente, rimane l’estero, con oltre il 51 per cento delle partenze e con la Spagna al primo posto tra i paesi più gettonati: lì si concentra circa un quarto dei viaggi. A seguire, Francia, Repubblica Ceca e Germania. Tra le città, preferite Barcellona, Praga, Parigi e a sorpresa da qualche anno anche Berlino. In Italia, che pure ha tante meraviglie da scoprire, la regione preferita per i viaggi è la Sicilia, seguita da Lazio, Veneto e Toscana; tra le città, a stravincere è Roma, seguita da Firenze, Venezia e Napoli. A tal proposito, quest’anno a causa dell’emergenza rifiuti in Campania a perdere turisti sarà proprio il capoluogo partenopeo: “Non sono disponibili ancora i dati definitivi – spiegano dall’Unione Industriali di Napoli – ma secondo quanto ci riferiscono le principali strutture ricettive della città durante la primavera dovremmo avere una perdita di clienti pari a circa il cinquanta per cento”.

Calabria, Molise e Abruzzo, poi, sono regioni che non sono state indicate come meta principale di un viaggio d’istruzione con pernottamento: “Un dato che ci sorprende – spiegano dal Touring Club – considerato che Calabria e Abruzzo hanno risorse ambientali coerenti con gli obiettivi didattici e formativi di un viaggio scolastico”.

Mezzi di trasporto, durata e costi del viaggio. Il mezzo di trasporto più gettonato è senza dubbio il pullman (72,6 per cento), pratico per spostarsi anche una volta arrivati a destinazione, seguito dall’aereo, utilizzato quasi esclusivamente per i viaggi all’estero. Tra le strutture ricettive l’hotel fa la parte del leone, mentre la durata media del viaggio è di 3,1 pernottamenti in Italia e 4,9 all’estero. I costi, solitamente il punto più dolente soprattutto per i genitori, lo scorso anno si sono attestati mediamente sui 267 euro per studente (nel 2005 il prezzo medio speso dagli studenti italiani era di 259 euro).

Episodi negativi. Il 17,6 per cento degli insegnanti intervistati ha segnalato che nel viaggio d’istruzione cui ha partecipato si è verificato un evento considerato negativo. Evento che si presenta più spesso nei viaggi all’estero (quasi il 20 per cento del totale) che in Italia (15,5 per cento). Gli eventi più segnalati riguardano la sistemazione alberghiera (servizio o pulizia scadenti, eccessiva distanza dal centro cittadino, isolamento), furti, infortuni agli studenti e problemi organizzativi in generale. Disguidi piccoli e grandi, che se sommati alle responsabilità che i docenti devono addossarsi per tutta la durata del viaggio, stanno portando ultimamente molti professori a negare la propria disponibilità ad accompagnare le classi in gita.

“I ragazzi ormai – spiega un docente di un liceo classico romano – intendono la gita scolastica come occasione di puro divertimento, di sballo, più che di arricchimento culturale. Capita sempre più spesso che si parta con il presupposto di non dormire la notte, e nella mia esperienza ho avuto alunni che sono stati capaci di non dormire anche per quattro notti di seguito, con il risultato che di giorno andavano in giro come ‘zombie’ senza seguire le spiegazioni. È capitato molto spesso, a me come a tanti miei altri colleghi – continua il docente – di aver dovuto soccorrere studenti ubriachi che si sono sentiti male, di essere stata richiamata e umiliata dai portieri d’albergo, di aver passato intere notti ‘in bianco’. Il tutto per cosa? Per una responsabilità di 24 ore su 24 con una diaria vergognosa e offensiva”. In effetti, facendo un po’ di ricerche non mancano racconti di alberghi che sono andati a fuoco a causa di ragazzi disattenti che fumavano nelle camere, di studenti portati all’ospedale per aver mischiato alcol e sostanze stupefacenti, di ambasciate mobilitate nel bel mezzo della notte per cercare questo o quel ragazzo “evaso” dalla finestra dell’albergo, per non parlare, ovviamente, di casi molto più gravi.

Cosa, infine, si potrebbe migliorare? Secondo la ricerca dell’Osservatorio sul turismo scolastico del Tci sicuramente la preparazione degli studenti, che in molti casi si rivela abbastanza scarsa. A seguire, le pratiche di co-finanziamento e le agevolazioni economiche per le famiglie, i rapporti con le agenzie, il numero di studenti che viaggiano insieme (spesso considerato troppo elevato). “Tra le proposte più interessanti – spiegano ancora i ricercatori – alcuni insegnanti rilevano l’opportunità di impostare il viaggio d’istruzione non solo sul ‘visitare e osservare’, ma anche sul ‘fare’, impegnando gli studenti in attività che li aiutino a prendere consapevolezza di cosa significhi un turismo responsabile e attento a non generare impatti negativi sul territorio”.

Classe turistica. Proprio a proposito del turismo scolastico, il Touring Club Italiano in collaborazione con il ministero della Pubblica Istruzione ripropone anche quest’anno il concorso “Classe turistica – Festival del Turismo scolastico”, con l’obiettivo di selezionare i migliori elaborati inviati dalle classi delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia sul tema, ovviamente, del viaggio d’istruzione. Il concorso, riservato alle prime quattro classi delle scuole superiori, prevede la realizzazione di elaborati di ogni genere, dai racconti e i diari di viaggio a guide, da libri fotografici a reportage, da disegni a spot o corti cinematografici. Un appuntamento che lo scorso anno ha visto circa 700 classi iscritte, per un totale di 14mila studenti e duemila insegnanti.


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