L’alto commissario contro la corruzione decide di avviare la maxi inchiesta dopo la denuncia di Gino Giugni e lo scambio di accuse nel mondo accademico
Lo scandalo dei concorsi truccati,
via all’indagine negli atenei
ROMA – L’alto commissario per la prevenzione ed il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito all’interno della pubblica amministrazione, Gianfranco Tatozzi, ha aperto un’indagine conoscitiva in merito al regolare svolgimento dei concorsi universitari in materia di Diritto del Lavoro.
“Siamo appena partiti e l’indagine richiederà del tempo – ha detto Tatozzi – anche se ora non si può quantificare. Tutto dipenderà dagli atti e dai documenti che riusciremo ad acquisire negli atenei”.
Il provvedimento segue di alcuni mesi le esternazioni di Gino Giugni, padre dello Statuto dei Lavoratori, che in una lettera al Corriere della Sera nel giugno scorso denunciava “una grave degenerazione nei rapporti interni alla nostra comunità scientifica, dovuta alla gestione combinata nella selezione dei giovani studiosi” e al fatto che “i migliori vengono scoraggiati dal proporre o mantenere la propria candidatura”. I concorsi, aggiungeva, sono “sovente predeterminati secondo logiche non meritocratiche”.
Alla denuncia di Giugni aveva fatto eco anche Piero Ichino, docente di Diritto del Lavoro all’Università di Milano, che aveva parlato di una “guerra tra bande negli atenei”, in cui chi vinceva riusciva a far man bassa di tutti i corsi messi a concorso”.
In seguito a questa denuncia si era mosso anche il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, decidendo, il 18 giugno scorso, l’istituzione di una commissione d’indagine, di cui avrebbe fatto parte anche una rappresentanza della Conferenza dei rettori.
Alla Camera a giugno, intanto, è stato anche approvato un disegno di legge che prevede precise regole per i concorsi, tra cui una diversa procedura per la formazione delle commissioni esaminatrici. Con il nuovo sistema – aveva detto il ministro – “saremo in grado di evitare incresciosi episodi che non fanno onore al nostro sistema universitario”.
(5 ottobre 2005)
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