Il porporato: il profilattico, in alcune circostanze, è il “male minore”
Semaforo verde anche all’adozione di embrioni per donne single
“Sì al condom per combattere l’Aids”
Il cardinal Martini apre sulla bioetica
L’intervista integrale in edicola domani con l’Espresso
Possibilista anche sulle adozioni da parte di singoli
di DANIELE SEMERARO
ROMA – I profilattici sono il “male minore” per contrastare il dilagare dell’Aids. Lo ha detto il cardinale Carlo Maria Martini, uno dei componenti più autorevoli del Collegio Cardinalizio, in un’intervista all’Espresso, in edicola domani. Tra gli altri argomenti affrontati anche la prudenza nell’esprimere giudizi sulla fecondazione eterologa e l’invito ad approfondire la strada per l’adozione di embrioni, anche da parte di donne singles, pur di impedirne la distruzione. Un’intervista che, molto probabilmente, farà discutere e riaprirà, ancora una volta, il dibattito tra scienza e fede.
All’indomani della contrapposizione tra laici e cattolici a seguito del referendum sulla fecondazione assistita, così, il cardinale Martini (la cui intervista è affiancata a quella al chirurgo di fama internazionale Ignazio Marino) getta ponti sottolineando il “compito formativo della Chiesa”, chiamata a formare le coscienze”. Più delle rigidità, spiega il porporato, “serve soprattutto una formazione della mente e del cuore a rispettare, amare e servire la dignità della persona in ogni sua manifestazoine, con la certezza che ogni essere umano è destinato a partecipare alla pienezza della vita divina, e questo può richiedere sacrifici e rinunce. Non si tratta – continua Martini – di oscillare tra rigorismo e lassismo, ma di dare le motivazioni spirituali che inducono ad amare il prossimo come se stessi, anzi come Dio ci ha amato, e anche ad amare e rispettare il nostro corpo”.
Profilattico. Sul tema del profilattico Martini è molto chiaro: in certe circostanze può essere il “male minore”. “Lo sposo affetto dall’Aids – spiega – è obbligato a proteggere l’altro partner e questi pure deve potersi proteggere. La questione è piuttosto se convenga che siano le autorità religiose a propagandare un tale mezzo di difesa, quasi ritenendo che gli altri mezzi moralmente sostenibili, compresa l’astinenza, vengano messi in secondo piano”.
Ricerca sulle cellule staminali. Nessuna apertura invece, all’uso delle cellule staminali per la ricerca: “Non (la) vedo possibile”, dice Martini, “perché non è più ritenuto necessario creare embrioni con lo scopo di produrre cellule staminali” in quanto “sono stati elaborati metodi alternativi che non pongono problemi alla coscienza”. Il cardinale, però, si dice “prudente” su quei casi di adozione di embrioni da parte di donne single “laddove si tratta di decidere della sorte di embrioni altrimenti destinati a perire e la cui inserzione nel seno di una donna anche single sembrerebbe preferibile alla pura e semplice distruzione. Mi pare – dice – che siamo in quelle zone grigie in cui la probabilità maggiore sta ancora dalla parte del rifiuto della fecondazione eterologa, ma in cui non è forse opportuno ostentare una certezza che attende ancora conferme ed esperimenti”. Stesso ragionamento per gli embrioni congelati: “Mi parrebbe eticamente più significativo propendere per la soluzione che permette ad una vita di espandersi piuttosto che lasciarla morire”.
Single e adozioni. Semaforo verde per i single in campo di adozioni: in mancanza di una famiglia “composta da un uomo e una donna che abbiano saggezza e maturità”, anche “altre persone, al limite anche i single, potrebbero dar di fatto alcune garanzie essenziali. Non mi chiuderei perciò a una sola possibilità, ma lascerei ai responsabili di vedere quale è la migliore soluzione di fatto, qui e adesso, per questo bambino o bambina. Lo scopo è di assicurare al massimo di condizioni favorevoli concretamente possibili. Perciò quando è data la possibilità di scegliere occorre scegliere il meglio”.
Eutanasia. Martini si sofferma anche sull’argomento dell’eutanasia: “Neppure io – spiega – vorrei condannare le persone che compiono un simile gesto su richiesta di una persona agli estremi e per puro sentimento di altruismo, come pure quelli che in condizioni fisiche e psichiche disastrose lo chiedono per sé. D’altra parte ritengo che è importante distinguere bene gli atti che arrecano vita da quelli che arrecano morte. E questi ultimi non possono mai essere approvati. Noi – conclude – non apparteniamo a noi stessi, e siamo chiamati a glorificare Dio nel nostro corpo, cioè nella totalità della nostra esistenza su questa terra”.
La reazione del Cnb. Sull’opportunità del principio di adottabilità anche da parte di donne single degli embrioni interviene Francesco D’Agostino, presidente del Comitato Nazionale di Bioetica: “Con il cardinale Martini c’è piena convergenza di posizioni: in questa situazione il valore prioritario è rappresentato dal fatto di poter far sviluppare e nascere degli embrioni che, altrimenti, andrebbero distrutti. Se questa è la priorità – aggiunge D’Agostino – diventa secondario stabilire quale sia la donna che li possa accogliere, e cioè se possa o meno essere single”.
La voce di Martini, in tutti i casi, non è isolata nella Chiesa, fermo restando che per il Magistero la via da seguire contro la diffusione della pandemia resta la castità: solo due mesi fa anche il cardinale belga Godfried Danneels, in un’intervista al quotidiano “La derniere heure”, aveva spiegato che “se permette la protezione della vita, il preservativo non ha un rilievo non solo sessuale. Se un uomo malato di Aids obbliga una donna ad avere relazioni sessuali lei deve poter imporre il preservativo, altrimenti si aggiunge un altro peccato, l’omicidio”.
In materia si era espresso anche il cardinale svizzero George Cottier, ex-teologo della Casa Pontificia durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Cottier aveva motivato il suo pensiero agganciandosi a quello che in teologia è il “male minore”: in circostanze particolari, aveva detto, “può essere considerato legittimo” usare il condom per impedire il contagio in zone dove circola tanta droga o dove esiste molta promiscuità associata a grande miseria.
(20 aprile 2006)
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