Fanno discutere le dichiarazioni del presidente del Messina, in vista del match
di campionato contro il Milan. Galliani: “Sono parole irresponsabili”
Franza: “Pronti a fare la guerra”
e la Federcalcio apre un’inchiesta
Poi il presidente fa marcia indietro: “Parlavo solo di calcio”
di DANIELE SEMERARO
MESSINA – Non parte sotto i migliori auspici la partita di campionato tra Messina e Milan. “Il Milan non sta in piedi”, aveva detto ieri il presidente della squadra siciliana, riferendosi alle difficoltà fisiche dei ragazzi di Ancelotti, considerato il prossimo impegno contro il Barcellona. Poi aveva aggiunto: “Troveranno un’intera città e una squadra pronti a fare la guerra”.
Le affermazioni non sono per nulla piaciute al vicepresidente del club rossonero, Adriano Galliani: “Noi non andremo a dormire a Messina, non andremo nell’albergo del signor Franza, perché non va bene”, ha spiegato ai microfoni di Milan Channel.
“Sono dichiarazioni irresponsabili, e non aggiungo altro – continua Galliani – perché sono il presidente della Lega. Se fossi solo amministratore delegato del Milan avrei risposto in un altro modo. Finché dice che il Milan non sta in piedi può essere, abbiamo 45 punti più di loro ma può essere che non stiamo in piedi, ma quando parla di una città in guerra credo che il signor Franza debba maturare un po’”.
Poche ore dopo, però, arriva anche la precisazione di Franza: “Mi dispiace di essere stato male interpretato. Quando ho parlato di una città che si mobilita l’ho fatto solo perché Messina vuole la salvezza”, ha detto. “Non c’è nessuna questione relativa al Milan, tant’è che abbiamo anche fatto stampare le maglie con su scritto ‘Io ci credo’ proprio perché il nostro pensiero è la salvezza. È ovvio che in campo faremo la guerra – ha precisato ancora – ma solo in campo. Mi sembra il minimo che possiamo fare”.
Le dichiarazioni di Franza non sono passate inosservate all’Ufficio indagini della Figc: le frasi utilizzate, e in particolare quella in cui si dice che “il Milan troverà una squadra e un’intera città pronti a fare la guerra” sono finite sul tavolo del procuratore generale, che ha richiesto accertamenti.
(21 aprile 2006)
(Nella foto: Adriano Galliani)
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