→ Daniele Semeraro per lo Stivale Bucato
Dal partito del no alla monnezza fino agli impotenti esistenziali. Alle prossime elezioni non limitatevi a Veltroni o a Berlusconi, ma scegliete bene il vostro simbolo: ce n’è per tutti i gusti
Manca ormai un mese alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile prossimi, mai come quest’anno tanto attese e inserite all’interno di un clima politico ancora una volta frammentato e in bilico. Bertinotti, Veltroni, Casini, Berlusconi, Santanché: questi i personaggi principali (ci scuseranno gli altri contendenti alla carica di primo ministro) che stanno iniziando a “combattere” a colpi di cartelloni pubblicitari e ospitate da Bruno Vespa. Ma perché votare sempre le stesse facce? Perché non guardarsi intorno, e votare davvero l’uomo o la donna nuovi della politica italiana? Lo Stivale Bucato ha analizzato attentamente i circa 180 simboli presentati al ministero dell’Interno, e vi propone un’ampia carrellata dei più “interessanti”. Lasciando da parte, per una volta, alberi, scudi crociati, bandiere, falci e martello, mari in tempesta, fiori, colombe, fiamme, arcobaleni.
Tra le liste che hanno suscitato più interesse e ilarità, la prima è certamente quella degli “Impotenti (esistenziali) del dottor Cirillo”. Un simbolo molto chiaro (carattere nero su fondo bianco) che però non dà la possibilità di capire se il dottor Cirillo si riferisca a un’impotenza politica o sessuale. Ai votanti l’ardua sentenza. Tra l’altro non è la prima volta che il dottor Cirillo presenta liste quantomeno singolari: alcuni anni fa aveva già lanciato il “Partito delle Buone Maniere” il “Partito dei Preservativi gratuiti”.
L’estro e la creatività napoletane non potevano mancare, e così quest’anno sarà possibile votare la lista “No monnezza in Campania – Partito animalista ambientalista”. C’è poi la lista del “Sacro romano impero”, che si autodefinisce forse un po’ fuori tempo come cattolica e liberale, il “Nucleo tremmista nazionale” (regalo cinque euro a chi riesce a capire quale sia il suo programma), “Pane, pace e lavoro” (caso mai qualcuno avesse fame nella cabina elettorale), “100%” (non sappiamo a cosa ci si riferisca), “No ai Pacs” (questo è chiarissimo), “Per il bene comune”, “Casta contro”, i “Paladini d’Italia” (no, non è un cartone animato giapponese) e “Zarlenga omnia” (nessuno è riuscito ancora a capire di cosa si tratti).
Tra i più curiosi anche “Non remare contro” (candidato premier, Carmine Abbagnale!) e “Lira”, che non predica il ritorno al vecchio conio, bensì si ispira ai valori di libertà, indipendenza, rispetto e amore. C’è poi chi ha inserito nel simbolo un intero programma elettorale. Stiamo parlando della lista “Liberté égalité fraternité”, il cui programma è il seguente: recupero maltolto, T.f.r. libero, Yankee go home please, Flexsecurity, No amnistia. Fin troppo chiaro. E c’è chi, invece, cerca di catturare qualche elettore sbadato o con problemi di vista (“Veltro nuova alba”).
Chi ama la cultura non potrà non votare il movimento “Giovani poeti d’azione”, mentre i super-patiti della Rete possono mandare i propri rappresentanti in Parlamento votando il “Partito internettiano”. Ancora, i lavoratori statali possono votare il “Partito dei dipendenti pubblici”, mentre gli appassionati di gioco d’azzardo si possono far rappresentare dalla lista “Casino centro Italia”, il cui simbolo è una roulette.
Altra curiosità: il nome di Beppe Grillo (che però non è sceso in politica) appare in numerosi simboli, anche se lui si è affrettato a spiegare di essersi dissociato: “Lista Grillo parlante”, “Amici di Beppe Grillo”, “Partì Demucratec padan – Lista Beppe Grillo”, “Grilli d’Italia”, “Forza Grillo”.
La falce e martello sta sparendo in Russia, ma non negli otto simboli nei quali viene rappresentata da noi in Italia. Quello con il nome più lungo è il “Partito comunista italiano marxista leninista”; ancora, tre partiti discendono dalla defunta-ma-non-troppo Democrazia Cristiana, mentre cinque movimenti di estrema destra hanno inserito nel proprio simbolo il disegno della fiamma tricolore, una volta simbolo dell’Msi.
Ma tra piccoli e grandi partiti e tra movimenti separatisti sardi, siciliani e nordisti, una delle liste che probabilmente riscuoterà più successo, soprattutto tra i delusi di questa classe politica, è la “Lista civica nazionale – Io non voto”. Candidato premier, Carlo Gustavo Giuliana.
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