Il Follini di questa settimana ci porta tante notizie curiose (ma vere!) dall’Oriente. E ci dà tanti consigli sul matrimonio, una vera e propria tomba dell’amore, e sulla pipì
SE IL MATRIMONIO È LA TOMBA DELL’AMORE
Iniziamo il nostro Follini spostandoci a Taiwan. Dove una sposa è morta al suo funerale. Per aver bevuto troppo. Sì, lo so: sicuramente starete ridendo come pazzi. Ma non c’è proprio nulla da ridere. Secondo quanto riportato dai media locali, la donna, 35 anni e impiegata in un’agenzia di assicurazioni, sarebbe deceduta non appena tornata in casa dopo il pranzo nuziale – al quale avevano partecipato più di cento persone – per aver bevuto troppo vino e birra. Nessuno in realtà è ancora riuscito a capire il motivo della sua morte. Gli investigatori hanno analizzato le sostanze alcoliche somministrate durante il banchetto, ma tutto è sembrato in regola; anche perché nessuno degli altri commensali si è sentito male. La donna, secondo quanto dichiarato da alcuni invitati, si sarebbe scolata da sola diverse bottiglie di vino, birra, superalcolici e champagne. Solitamente a Taiwan è tradizione che la novella sposa, il giorno del proprio matrimonio, sia autorizzata a bere un pochino di più del solito. Ma evidentemente la nostra “amica” deve aver preso la tradizione un pochino alla lettera. Quando si dice che il matrimonio è la tomba dell’amore!
CONTO IN BANCA IN ROSSO? LA SOLUZIONE È SEMPLICE
Quante volte abbiamo sentito, magari scherzando, di persone che hanno cercato di andare in prigione, in modo tale almeno da avere vitto e alloggio garantiti ogni giorno? Sembra incredibile, ma c’è chi ha provato veramente ad andarci, in tempi di crisi succede anche questo. Certo, però, per rimanere almeno qualche giorno in gattabuia non basta rubare una scatola di cotton-fioc. È quello che è successo a un disoccupato di Taiwan, che ha deciso di rubare una scatolina di stecchetti di cotone solamente per essere arrestato. Ci troviamo a Hsinyi, nel nord del Paese, e la notizia è stata riportata dal Liberty Times. “Se qualcuno commette un reato e viene portato in questura – ha commentato la notizia un ufficiale di polizia – è ovvio che all’ora di pranzo gli portiamo qualcosa da mangiare. E così, anche se il reato era talmente frivolo che non richiedeva una detenzione – ha aggiunto – abbiamo compreso il disagio dell’uomo e l’abbiamo tenuto agli arresti un’intera giornata, in modo da fornirgli due pasti”. Consiglio a chi è al verde o ha perso recentemente il lavoro: volete vitto e alloggio garantiti per qualche anno? La prossima volta provate con una rapina a mano armata!
PAPPAGALLO PORTATILE: FARE PIPÌ SARÀ PIÙ FACILE
Passiamo ora ai consigli, estivi, per gli acquisti. Fare pipì mentre si è in strada? Per i maschietti è sicuramente più facile che per le femminucce. Ma è indubbio che, quando non si è più bambini o ragazzi, è impensabile nascondersi dietro un albero, soprattutto in città. L’unica soluzione spesso è quella di cercare un bar, chiedere gentilmente la chiave della toilette e ovviamente acquistare qualcosa da bere per giustificarne l’utilizzo. Oppure ci sono i bagni chimici. Ma siete mai entrati in un bagno chimico? Per questo motivo, e soprattutto per venire incontro agli incontinenti, un’azienda di Lucca ha appena messo in commercio Uri-Well, una “personal toilet portatile” che, stando a quanto si legge nel comunicato stampa, “renderà molto più facile fare la pipì a milioni (addirittura!, ndr) di persone al mondo”. Si tratta di un recipiente dotato di un cappuccio abbastanza largo all’interno del quale è possibile inserire in tutta comodità i propri organi genitali (sia maschili che femminili!) e che si potrà usare in tutte le posizioni e situazioni. Pensate che l’aggeggio sia inutile? Tra i beneficiari, i primi saranno i pellegrini della Mecca, che molto presto potrebbero trovarlo all’interno del kit che ricevono durante il loro percorso di purificazione. Il “pappagallo retrattile” è a tenuta perfetta e, sempre secondo i creatori, “sdrammatizza e rende meno stressante il momento della pipì in situazioni come le code in auto, accampamenti, campeggi, trekking”. Ma anche, aggiungiamo noi, quando si è in fila alla posta, oppure quando si è in spiaggia o si è al cinema per evitare di perdersi la scena principale del film! Il prezzo? Tra i sette e gli otto euro. Ma è monouso.
ESAMI TRUCCATI, LAVORI FORZATI
Torniamo in Oriente, e più precisamente in Cina. Ogni inizio d’estate, con l’arrivo degli esami di maturità, i media si divertono raccontando di come i ragazzi riescano a copiare con l’aiuto di telefonini, mini-computer, Facebook, siti Web e così via. Versioni di Latino pronte in rete già dopo qualche minuto dall’inizio degli esami, tracce dei temi d’italiano già svolte, così come i compiti di matematica o di lingua straniera. E cosa succede ogni anno? Denunce? Ricorsi? Niente, proprio niente. Eppure basterebbe che il governo attuasse la politica cinese per cercare di dare un po’ più di serietà agli esami. Non ci credete? Leggete cosa è successo a due insegnanti della provincia di Jilin. Durante i test di ammissione all’università (che in Cina sono molto difficili e competitivi, e che danno soprattutto ai ragazzi delle famiglie povere la possibilità di un’ascesa sociale) le due insegnanti in questione si sono date da fare per arrotondare lo stipendio. E così hanno proposto ad alcuni studenti e genitori la possibilità di passare sicuramente l’esame attraverso con l’ausilio di minuscoli auricolari senza filo (tecnologia cinese!). I ragazzi, in pratica, non dovevano fare altro che inserire gli auricolari, sedersi al banco e aspettare che automaticamente una voce (proprio la voce delle due professoresse – una per compito – sedute in un’aula a fianco) suggerisse tutte le risposte esatte. “Quesito 1, risposta A; quesito 2, risposta A; quesito 3, risposta C”, e così via. Ogni apparecchio – e quindi ogni truffa – arrivava a costare ai genitori circa 60mila dollari. Ma l’ascesa sociale era assicurata. Purtroppo la truffa è stata scoperta, i genitori sono stati denunciati, gli studenti sono stati squalificati… e le due professoresse sono state condannate a ben tre anni di carcere e lavori forzati!
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