→ Daniele Semeraro per lo Stivale Bucato
Se nel mondo degli affari comandassero le donne, avremmo potuto evitare la disastrosa crisi economica degli ultimi giorni? Decisamente sì, secondo alcuni psicologi
Negli ultimi giorni stiamo assistendo forse alla più grande crisi economica dal 1929 ad oggi. Borse in picchiata, migliaia di dollari e di euro bruciati in pochi giorni, governi che crollano e banche che sono costrette a chiudere. Per non parlare delle migliaia di persone che stanno perdendo i propri posti di lavoro. Secondo il presidente statunitense George W. Bush “solo con un’azione decisiva gli Usa potranno risorgere” ma in realtà, forse, prima bisognerebbe leggere un’interessante ricerca arrivata fresca fresca da Londra, secondo cui la crisi dei mutui e, in generale, il crollo delle borse sarebbero da imputare… al testosterone!
“Il problema della finanza è che c’è troppo individualismo aggressivo in giro, e poca cura femminile”. È la tesi che va ripetendo da diverso tempo la psicologa Julia Noakes che, tra l’altro, ha in cura presso il proprio studio numerosi agenti di borsa londinesi. “A tante donne di valore – ha spiegato il medico al “Times” di Londra – viene impedito di scalare i vertici della finanza per il semplice motivo che non sono disposte ad abdicare al cinquanta per cento della loro personalità”. In parole povere, le donne per fare il lavoro del top-manager o dell’agente di borsa dovrebbero cercare di mettere da parte delle caratteristiche fondamentali della propria personalità (tra cui la minore propensione al rischio, solo per fare un esempio).
D’accordo con questa tesi anche Heather McGregor, famoso “cacciatore di teste” della City londinese, secondo cui “la banca britannica risparmiata dalla crisi delle ultime settimane è l’unico istituto di credito che si è costantemente impegnato a portare le donne in posizioni di vertice” (la Lloyds Tsb, aggiungiamo noi, ndr). Non tutti, ovviamente, si trovano d’accordo con queste tesi, soprattutto tra i top manager: “Se fossero le donne a comandare nella City – ha spiegato un famoso uomo d’affari, che però è voluto rimanere anonimo – le cose andrebbero esattamente come vanno ora. Certo, sono stati fatti degli errori, però davvero credete che una donna si sarebbe tirata indietro davanti alla prospettiva di enormi profitti?”.
La questione è senza dubbio aperta, e – secondo alcune agenzie di stampa – toccherebbe addirittura due dei dilemmi più cruciali della cultura contemporanea: come funzionano davvero i mercati finanziari e quali sono le differenze comportamentali davanti al rischio di uomini e donne. Proprio la “dimensione del rischio” viene avvertita in modo diverso da maschietti e femminucce: a confermarlo è anche il fatto che gli uomini, per esempio, pagano premi assicurativi più alti.
Diversi psicologi sono d’accordo nel sostenere che se le donne non fossero state “costantemente represse nel corso del loro sviluppo” saprebbero correre gli stessi rischi degli uomini. Facciamo un esempio: sapevate che un uomo attraversa con più spavalderia un incrocio molto trafficato, rispetto a una donna? E, tra l’altro, lo sapevate che lo fa in modo ancora più spavaldo se accanto a lui c’è una ragazza? L’uomo, infatti, è “effusivo” e spesso più impulsivo, mentre la donna più conservatrice e attenta.
Chissà come sarebbero andate a finire le cose se il mondo degli affari fosse governato dalle donne. Ora non è dato saperlo, e quindi bisogna rimboccarsi le maniche per cercare di risolvere una situazione molto “scivolosa”. E chissà che in un futuro non possano essere proprio le donne a dare una “lezione di management” a noi maschietti.
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