→ Daniele Semeraro per lo Stivale Bucato
Si è trastullato per quasi dieci ore entrando nel record. E noi abbiamo tifato per lui. Esclusiva intervista al vincitore della maratona internazionale di masturbazione
Ogni anno San Francisco ospita una maratona molto particolare. Non stiamo parlando né di sport né di maratone televisive, ovviamente. Altrimenti la notizia non avrebbe avuto spazio sullo Stivale Bucato. Stiamo parlando, invece, di Masturbate-a-thon, una maratona in cui ci si deve… beh, avete capito.
Ma perché organizzare – e chissà quanto sarà costata! – una maratona di questo genere? “Semplice”, spiegano gli organizzatori. “Innanzitutto – raccontano, un po’ ammiccanti – perché la masturbazione è il tipo di sesso più sicuro“. E fin qui non ci piove. Ma poi continuano: “Toccarsi significa avere molta più consapevolezza della propria sessualità, e inoltre farlo con il proprio partner può essere educativo (?, ndr) e molto sensuale”.
Non si tratta solo di uno show di masturbazione, precisiamo: all’interno dell’evento ci sono anche numerose gare (preferiamo non entrare nel merito) ma anche conferenze sulla sessualità e lezioni di educazione sessuale. Tutto pulito e legale, dunque.
Un po’ di numeri: la competizione è nata nel 1995 e all’ultima “maratona” hanno partecipato oltre mille persone provenienti da ogni angolo del mondo. Per quanto riguarda i record di “durata”, nella categoria donne è stato di sei ore e trenta minuti con quarantanove orgasmi. Record stabilito nel 2004. Ma la vera “notizia” di questa edizione è che è stato battuto il record degli uomini. A vincere, Masanobu Sato, giapponesino che ha “partecipato”, pensate, per nove ore e cinquantotto minuti. Quasi dieci ore consecutive. E non stiamo parlando di millantatori o storie da sala giochi: qui è tutto vero e tutto è stato filmato, parola di notaio. E noi, proprio con Masanobu Sato abbiamo chiacchierato, grazie alla magia di internet.
Signor Sato, congratulazioni per il suo record. Qual è il segreto per durare quasi dieci ore?
Sicuramente la mia abbondante immaginazione è stata la chiave per il trionfo. Inoltre, mi sono allenato molto in Giappone, dove in una competizione simile l’anno scorso ho vinto il primo premio.
Qual è l’allenamento tipo che ha svolto per prepararsi?
Vado a nuotare due volte a settimana e vado in palestra. Questo mi aiuta sicuramente a metter su muscoli e ad avere fiato. E poi ho sfruttato la grande tradizione della cinematografia pornografica giapponese, che mi ha aiutato ad allenarmi.
Abbiamo letto che ha utilizzato anche un particolare attrezzo. Di che si tratta?
Il segreto per vincere è stato sicuramente l’utilizzo di un oggetto che ho trovato in un sexy-shop di periferia a Tokyo, molto molto utile. In pratica si tratta di una specie di tubo all’interno del quale faccio scorrere il “mio attrezzo”: in questo modo sento una sensazione simile a quella che si prova quando si fa l’amore. Solo così sono riuscito a superare fasi anche di grande stanchezza fisica durante la maratona.
Parliamo di questi momenti di stanchezza. Come si fa ad andare avanti? Non le è mai venuta la nausea?
Devo ammettere che per ben due volte stavo per lasciare. Poi ho pensato a tutti i miei supporter, al mio fan club, alla mia famiglia e alla mia ragazza: non potevo deluderli!
Davvero la sua famiglia la supporta in tutto? Cosa pensano del fatto che lei sia campione del mondo di… masturbazione?
Sì certo, sono i miei primi supporter. Credo siano molto contenti dei miei traguardi. Basti pensare che gareggio con la bandiera del mio paese, e loro sono anche molto orgogliosi del fatto che posso portare il Giappone in cima al mondo, anche se in un settore di nicchia. E io sono molto orgoglioso di avere dei genitori così: le famiglie normali in Giappone non si comporterebbero mai così. E probabilmente nemmeno nel resto del mondo.
Come si è sentito, fisicamente, alla fine delle dieci ore?
Ero completamente esausto, il giorno dopo non so come ho fatto ad alzarmi dal letto. Mi sono letteralmente trascinato fino all’aeroporto, e sono stato fortunato a non perdere l’aereo.
Pensa che avrebbe potuto reggere ancora più a lungo?
Certamente questo è il mio limite. Tuttavia, mi sto allenando per superare le dieci ore, e proverò a mettere in pratica il nuovo record la prossima edizione.
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