Intervista ad Anna Oliverio Ferraris, ordinario di Psicologia dell’età evolutiva
“L’esame va affrontato con serenità e intelligenza: puntate sulle vostre capacità”
“Dieta, training e amici contro l’ansia
e allenatevi sui concetti più importanti”
di DANIELE SEMERARO
ROMA – “L’Esame di Stato va affrontato con molta serenità, pensando che tutte le generazioni precedenti l’hanno già fatto. È una tappa importantissima per la vita di un adolescente ed è una prova fondamentale per il futuro di ogni ragazzo”. Parola di Anna Oliverio Ferraris, ordinario di Psicologia dell’età evolutiva all’università “La Sapienza” di Roma, che dà qualche consiglio ai quasi cinquecentomila studenti che fra pochi giorni dovranno affrontare l’esame di Maturità.
Un esame che quest’anno preoccupa un po’ di più: il ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni ha infatti voluto renderlo più serio, introducendo una commissione mista che dia più autorevolezza al diploma, in modo che questo possa essere maggiormente credibile e spendibile nei mondi dell’università e del lavoro.
Professoressa Oliverio Ferraris, qual è lo stato d’animo giusto con il quale affrontare quest’esame?
“Gli esami di Maturità sono una prova normale che va affrontata con serenità e che aiuta a crescere. È giusto che ci siano anche queste prove, in cui un ragazzo deve impegnarsi per ottenere un certo risultato: è un modo per allenarsi per le tappe successive della vita. Non può essere tutto semplice, non si può restare sempre bambini sotto il tetto dei genitori. La vita presenterà delle prove ed è giusto iniziare a misurarsi con esse”.
Tutti sappiamo che uno studio sistematico e regolare aiuta molto. Tuttavia, in molti si affidano alle “maratone” dell’ultim’ora per cercare di memorizzare il più possibile…
“Per quanto possa sembrare scontato, il consiglio migliore è quello di studiare per tempo e studiare bene. Negli ultimi giorni il ripasso è fondamentale, ed è importante che gli studenti chiedano ai propri insegnanti il metodo migliore per farlo. Ad esempio, per imparare un argomento e fissarselo nella memoria bisognerebbe, dopo aver letto, memorizzare e identificare tre o più punti essenziali e fare delle sintesi, altrimenti si rischia di perdersi nella mole di informazioni. Ovviamente l’apprendimento di tipo pappagallesco e mnemonico non sempre funziona: invece della memoria meccanica, utilizziamo la memoria significativa. Cerchiamo di capire ciò che si legge, identifichiamo i punti essenziali e facciamo qualche esercizio di applicazione.”
Ad esempio?
“Se stiamo studiando la matematica cerchiamo di risolvere sempre dei problemi, nelle altre materie cerchiamo di fare collegamenti. Mettere in rapporto tra loro diverse informazioni è importante, altrimenti si finisce nella frammentazione, nei singoli pezzi scollegati tra loro, e questo non aiuta la memoria: lascia delle tracce molto deboli nella mente. Fare collegamenti significa anche evitare il fenomeno del panico e del ‘non ricordo più nulla’. Mettere a fuoco i concetti più rilevanti è in assoluto il consiglio migliore che si può dare in questo caso. Sembra una banalità, ma uno degli errori che si fanno di più, a scuola come all’università, è quello di perdersi in argomenti collaterali. E siccome ognuno di noi ha diverse peculiarità, cerchiamo di metterle a frutto: se abbiamo una buona memoria visiva cerchiamo di fare molti riassunti e grafici, se invece abbiamo una maggiore memoria uditiva, mettiamola a frutto ricapitolando ad alta voce.
L’Esame di Stato è anche l’occasione, se uno non l’avesse ancora fatto, di acquisire un metodo di studio per il futuro. Se manca l’organizzazione dello studio può essere un problema andare avanti all’università, dove lo studio si basa solo sulla propria organizzazione. Quindi impariamo a dividerci gli impegni nell’arco della giornata e della settimana”.
Cosa si può fare per rendere meno noioso lo studio e più produttive le giornate davanti ai libri?
“I riassunti servono molto, purché fatti con intelligenza, cercando di mettere a fuoco i punti fondamentali. Utilissime le griglie, gli schermi, i grafici, gli schizzi, così come cercare di ripetere a voce alta ciò che si è letto. Importantissimo è cercare di consolidare gli apprendimenti. Alcuni pensano che sia sufficiente leggere e basta: non è vero”.
Alcuni ragazzi davanti a prove importanti si fanno prendere dal panico. Cosa si può fare per evitarlo?
“L’ansia interferisce negativamente con la memoria e il richiamo delle informazioni; per affrontare un appuntamento così importante bisogna cercare in tutti i modi di spezzare questo stato d’ansia. Durante la preparazione cerchiamo di alternare le ore di studio con qualche ora di svago e attività fisica. Una corsa nel parco, una pizza con gli amici può aiutare moltissimo, soprattutto la sera prima degli esami. È inutile stancarsi e rimanere inchiodati sui libri. Semmai svaghiamoci e andiamo a letto presto: se ci stanchiamo troppo alla fine il risultato potrebbe non essere positivo. E poi: mai lasciarsi influenzare dai compagni ansiosi o dai dubbi degli altri, che possono trascinarci all’interno di un vortice di insicurezza. Se c’è un ragazzo molto impaurito, l’ideale è allontanarsi e non lasciarsi suggestionare. Aiuta molto anche il sapere che esistono degli esercizi di rilassamento, come quello della respirazione profonda: svuotare i polmoni dell’aria residua e respirare dal naso per tre o quattro volte. Si tratta di una tecnica semplice, che rilassa e che ci fa entrare in uno stato fisico e mentale positivo. Oltre allo svago, cerchiamo anche di evitare i piatti pesanti, inserirendo nella dieta molta frutta e verdura; evitiamo anche farmaci, alcol e droghe leggere: anche se offrono un beneficio immediato, possono provocare un crollo (il cosiddetto ‘after effect’) al momento dell’esame”.
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