L’iniziativa, della facoltà di Architettura di “Roma Tre”, permetterà agli studenti di costruire interamente una barca e di gareggiare con le altre università
La vela entra negli atenei
“In regata con i nostri prototipi”
di DANIELE SEMERARO
ROMA – Dal prossimo anno potrebbe nascere una nuova gara tra gli atenei italiani e del Mediterraneo. Non stiamo parlando di una competizione su una materia prettamente di studio, ma su uno sport, la vela, che non ha mai trovato grande spazio all’interno delle università. Non solo, una competizione che unisce sport, appunto, alla tecnica ingegneristica e architettonica degli studenti. Il Laboratorio Plastici della facoltà di Architettura del terzo ateneo romano ha presentato oggi “Una barca a vela per Roma Tre”, l’iniziativa che si propone di far realizzare agli studenti una barca a vela di limitate dimensioni, con tecnologie accessibili e costi contenuti, facilmente trasportabile via terra e manovrabile in acqua. Il natante, della lunghezza di 4,30 metri, dovrà essere progettato e costruito in legno (che è un prodotto ecologico, facilmente lavorabile dagli studenti), con l’obiettivo finale di far gareggiare barche di diversi atenei in una regata.
“Il progetto è nato per caso – spiega Maurizio Ranzi, architetto, responsabile del Laboratorio Plastici -. Mi piace dare delle alternative agli studenti e inserire nella loro formazione la progettazione e la manualità. Credo sia importante, considerato che al giorno d’oggi nessuno lavora più con le mani e sembra che tutto sia più facile perché si usa il computer, e noi architetti subiamo molto l’influsso della virtualità”.
All’iniziativa, che è già alla fase della progettazione, partecipano una quarantina di studenti suddivisi in otto gruppi di lavoro. Una volta ultimati i progetti, una giuria di esperti sceglierà la barca fatta meglio, ma anche più competitiva, e una squadra di venti studenti, da gennaio, inizierà la realizzazione vera e propria. Il tutto sotto la guida esperta di Massimo Paperini, velista e progettista di barche, che coordina le diverse fasi di realizzazione e che ha anche stilato un regolamento preliminare. “Quella che proponiamo è una sfida nuova – ha detto Paperini – perché vogliamo costruire una barca competitiva di alto livello, andando così a far sviluppare nei ragazzi l’aspetto tecnico e anche quello sportivo”. Dello stesso avviso anche Mauro Pelaschier, skipper noto in tutto il mondo che ha partecipato numerose volte all’America’s Cup e che ha patrocinato l’iniziativa: “Credo che per noi uomini, soprattutto per i ragazzi e le ragazze di questa età, sia molto importante l’aspetto della sfida, perché crea degli obiettivi forti e, soprattutto, fornisce un risultato del modo in cui si è lavorato”.
“Dal prossimo anno accademico vorremmo organizzare una vera e propria regata interuniversitaria – continua ancora Ranzi – e abbiamo già avuto l’adesione di tanti atenei tra cui in primis Genova, ma anche Firenze e Napoli. Noi forniremo il regolamento come base sulla quale costruire la barca in modo che tutti potranno gareggiare con le stesse potenzialità, poi passeremo all’addestramento dell’equipaggio (che sarà formato da un ragazzo e una ragazza della stessa università) e poi organizzeremo la gara vera e propria. Il mio sogno – conclude – è quello di una regata del Mediterraneo nel quale poter sfidare altri importanti atenei come Barcellona, Marsiglia, Il Cairo, Tel Aviv, Istanbul”.
(2 dicembre 2005)
(Nella foto: il prototipo della barca)
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