Daniele Semeraro

Giornalista

Divina Commedia in versione rap, e Dante sbarca in discoteca

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“Dante Rap” è il concorso della Società Dante Alighieri per avvicinare i ragazzi alla musica e alla letteratura. Giurato d’eccezione, Vittorio Nocenzi

La Divina Commedia diventa un rap
“Investiamo su musica e letturatura”

Su Repubblica Multimedia i brani arrivati al primo e al secondo posto

di DANIELE SEMERARO

ROMA – “Nel mezzo / del cammin // di nostra vita // mi ritrovai / in una selva oscura / ché la diritta via // era smarrita” (da leggersi necessariamente con ritmo rap). Chissà quanti artisti, ma anche quanti ragazzi “annoiati” dalle lezioni scolastiche, hanno provato a musicare le terzine iniziali dell’Inferno di Dante. Da qualche mese, però, quest’attività ha tenuto impegnati migliaia di studenti, che hanno partecipato a un’importante iniziativa: musicare in stile rap un brano della Divina Commedia di Dante. Voce e base musicale compresi. Il tutto patrocinato niente meno che dalla Società Dante Alighieri, il centro studi che si occupa dell’approfondimento, della conservazione e della diffusione della nostra lingua nel mondo.

Il progetto, “Dante Rap”, ha coinvolto studenti appartenenti alle scuole italiane di ogni ordine e grado, e si è prefissato l’obiettivo di risvegliare la loro creatività e i loro interessi “per il coinvolgente connubio tra musica e letteratura”. A giudicare i lavori, una giuria di esperti di primo livello: lo scrittore Walter Mauro, il segretario generale della Società Dante Alighieri Alessandro Masi e Vittorio Nocenzi, tastierista del Banco del Mutuo Soccorso.

Medaglia d’oro e d’argento, rispettivamente, ai ragazzi dell’Istituto per le Scienze Sociali “Piero Saffa” di Brescia e ai “colleghi” dell’Istituto d’istruzione di Riposto, in provincia di Catania. Su Repubblica Multimedia è possibile ascoltare uno stralcio dei due brani.

“Di solito quando si parla di musica a scuola pensano a me, perché sono un’appassionata” spiega Debora, 18 anni, di Brescia, che col suo brano ha vinto, insieme ad altri due amici, il primo premio del concorso. “All’inizio eravamo un po’ scettici. Poi, spinti un po’ dall’amore per la musica, un po’ dalla voglia di approfondire lo studio di Dante e, perché no, anche allettati dalla possibilità di ricevere un premio, ci siamo buttati a capofitto nell’ideazione del brano. Innanzitutto abbiamo scelto il testo: di tutta la Commedia siamo andati a scandagliare soprattutto l’Inferno, e proprio lì abbiamo trovato quello che cercavamo: abbiamo scelto il brano in cui si parla di Mida perché volevamo fare una specie di denuncia sociale contro la corruzione e l’avidità. Poi è venuto il momento della parte strumentale, che ho creato io: ho composto la musica, ho suonato le chitarre e ho campionato batteria e trombe”.

“In realtà devo ammettere – continua – che il rap non è un genere che mi entusiasmi particolarmente, e così ho deciso di dare un’interpretazione tutta mia, andando a lavorare su sonorità più hip-pop e funky. La solista, bravissima, e i vocalist hanno fatto poi il resto”.

A supervisionare il concorso e a giudicare i brani, lo abbiamo detto, anche Vittorio Nocenzi, tastierista della storica band Banco del Mutuo Soccorso, che è il responsabile dei diversi progetti musicali della Dante Alighieri: “All’interno di queste iniziative – spiega – cerchiamo di mettere in relazione i testi di Dante con la musica contemporanea, con un occhio di riugardo alle nuove generazioni. Io ho fatto parte della giuria e devo ammettere che i lavori che ci sono stati presentati, soprattutto quelli che sono arrivati più in alto, sono di ottimo livello”.

“Abbiamo cercato di valutare con occhio attento – continua Nocenzi – se ci si trovava, di volta in volta, di fronte a una semplice scansione metrica oppure di fronte a un’elaborazione del tutto originale, come il brano che si è classificato al primo posto. In particolare questo brano ci è piaciuto molto perché c’è una forte espressività musicale, un’esecuzione della solista con un buon timbro di voce e un’ottima intonazione, una melodia che arriva all’orecchio, ricca di qualità. Il rap, non dimentichiamolo, nasce come espressione di urgenza da parte dei ghetti afroamericani delle città statunitensi per denunciare il loro stato di emarginazione; nasce come un momento di forte contestazione e richiesta di attenzione, e io in questo brano queste tematiche le ho trovate molto. Il brano che è arrivato al secondo posto – conclude – è invece totalmente differente: i ragazzi infatti hanno puntato molto sulla base ritmica, che è scritta molto bene. E per questo li abbiamo voluti premiare”.

ASCOLTA I DUE BRANI VINCITORI SU REPUBBLICA MULTIMEDIA:

Primo posto, Istituto Piero Saffa di Brescia

Secondo posto, Istituto d’Istruzione di Riposto (CT)

(24 marzo 2006)


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