Daniele Semeraro

Giornalista

Australia, bagni riservati agli islamici

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Al centro della polemica c’è l’ateneo australiano “La Trobe University”
“Sono indispensabili per lavarci i piedi prima delle nostre preghiere”

Università, bagni privati agli islamici
è guerra di religione per la toilette

di DANIELE SEMERARO

A Melbourne, in Australia, c’è un’università, la “La Trobe University”, dove gli studenti di religione musulmana possono usufruire di toilette a loro dedicate, accessibili solo dopo aver digitato, sulla porta, un codice segreto. La decisione è stata presa dalle autorità accademiche, così come accade già in altri luoghi del paese, dopo alcune lamentele di studenti e docenti. “I musulmani – spiega il capo della comunità islamica dello stato di Victoria, Yasser Soliman – prima delle preghiere hanno bisogno di lavarsi i piedi. Nel passato, con non poche difficoltà, i ragazzi si lavavano i piedi nei lavandini, ma certamente questa situazione non poteva andare avanti all’infinito. E così abbiamo trovato questa nuova soluzione. L’uso di bagni attrezzati è vitale per i riti religiosi degli studenti. Che male c’è?”.

Alcuni studenti non musulmani dell’università, però, alla vista dei bagni chiusi con un codice segreto hanno deciso di chiamare i giornalisti del “Sunday Herald Sun”, uno dei quotidiani più diffusi del Paese, per denunciare una separazione inaccettabile. “Non abbiamo mica bagni per i cristiani o per gli atei”, ha affermato il portavoce dell’Australian Family Council, Bill Muehlenberg. “Se i musulmani – ha aggiunto – non hanno problemi nei confronti degli australiani, allora perché pretendere bagni separati?”. La “La Trobe University”, dal canto suo, ha spiegato che la decisione è stata presa in accordo con le più alte cariche religiose musulmane del Paese, invitando gli studenti a rispettarsi gli uni gli altri.

Intanto sul web si stanno aprendo, in queste ore, numerosi dibattiti sull’argomento: “La situazione sarebbe facilmente risolvibile – si legge in un post lasciato da Roberta – istituendo in ogni università una chiesa, una sinagoga e una moschea. In questo modo ognuno potrebbe professare la propria fede senza alcun problema”. “La mia risposta è no – scrive invece Oz – perché quando andiamo nei paesi islamici non abbiamo toilette cristiane”. Un altro: “Perché i musulmani dovrebbero avere un trattamento speciale rispetto agli altri? Non basterebbe che nei bagni venissero installati dei tinelli per lavarsi i piedi? Vogliono togliere la scene della natività dalle scuole, e presto non potremo più festeggiare il Natale perché abbiamo paura di offenderli: non staremo diventando troppo politicamente corretti?”. Laura, invece, è d’accordo con l’iniziativa: “Non mi sembra – si legge nei commenti di un blog – che in questo modo ci siano divisioni tra gli studenti. I ragazzi musulmani hanno esigenze diverse rispetto ai loro colleghi cristiani: perché dovrebbe essere un problema?”

(2 febbraio 2007)


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