La Canadian Internet Policy and Public Interest Clinic ha stilato una lista di (ben) 22 violazioni della locale legge sulla privacy avvenute sul popolare servizio di social networking Facebook. Mentre Facebook, dal canto suo, rigira al mittente le accuse, spiegando di lavorare da sempre al massimo degli standard qualitativi. Alla base del contradditorio ci sarebbe il fatto che Facebook conserva informazioni sensibili riguardo i suoi utenti, condividendole poi con altri senza motivo e senza avvertire i proprietari dei dati. Inoltre, i dati relativi agli utenti non verrebbero distrutti una volta che gli account sono stati chiusi.
Il social networking online, spiegano dal gruppo di pressione, è un fenomeno in grande crescita: si tratta di ottimi strumenti per costruire comunità, ma allo stesso modo sono un campo minato per quanto riguarda l’invasione della privacy. “Abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione su Facebook perché è il servizio di social networking più popolare in Canada e perché coinvolge migliaia di utenti giovani, il cui primo pensiero non è sempre quello di salvaguardare la propria privacy“.
Facebook, dal canto suo, dicevamo, rimanda al mittente le accuse: “Siamo orgogliosi dei controlli ai massimi livelli che effettuiamo per preservare le informazioni private dei nostri utenti. Ecco perché il quaranta per cento dei navigatori internet canadesi utilizzano i nostri servizi, proprio perché si fidano”. La difesa di Facebook, tra l’altro, è tutto giocata sul fatto che a condividere, eventualmente, i propri dati personali sono solo gli utenti, che possono invece decidere di tenerli privati. Ma l’accusa non ci sta: “Abbiamo visto che non è proprio così: anche se si decide di operare con i massimi livelli di protezione della privacy, se gli amici ai quali siamo collegati hanno un basso livello di privacy, sarà semplicissimo arrivare pure a noi. E il problema riguarda anche le applicazioni di terze parti presenti sulla piattaforma Facebook, per le quali non è neanche possibile stabilire il livello di riservatezza”.
Facebook, tra l’altro, si promuove come un servizio di utilità sociale, ma è anche coinvolto nell’attività commerciale (come le pubblicità mirate): questo significa che condivide le informazioni private degli utenti con gli inserzionisti pubblicitari. Al momento il garante canadese per la privacy non si è ancora espresso in merito. Non è la prima volta che Facebook è accusata di scarso rispetto della privacy dei propri utenti: tra l’altro proprio le nuove misure a tutela della riservatezza introdotte quest’anno nel social network sono la conseguenza di altre azioni legali avvenute durante lo scorso anno.
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