Ogni anno solo in Italia la perdita economica causata dalla pirateria informatica si aggira intorno ai tredici miliardi di euro. La stima è stata calcolata da Assintel, l’associazione nazionale di imprese che operano nel settore dell’Ict (Information&communication technology), secondo cui il fenomeno sarebbe esploso con la diffusione di internet e dei sistemi di condivisione dei dati “peer-to-peer”.
Secondo Mario Piccinni, del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, “l’Italia è il primo produttore e consumatore di articoli informatici piratati in Europa e il terzo nel mondo”. L’avreste mai immaginato? Quando si parla di pirateria, non pensate semplicemente a quella su larga scala dei cd venduti da extracomunitari agli angoli delle piazze: lo scambio domestico di software, musica e film (quello, cioè, che avviene proprio con programmi peer-to-peer) rappresenta infatti il 90 per cento dell’intero “problema”.
Per quanto riguarda, invece, la contraffazione organizzata, i centri produttivi si trovano principalmente in Campania, Sicilia, Puglia, Lazio e Lombardia. Le cause del dilagare di questo fenomeno possono essere molteplici. Innanzitutto il risparmio di “scaricare” un software o un cd invece di acquistarlo, e questo è ovviamente palese. Ma anche e volentieri una certa protesta nei confronti dei prezzi a volte davvero esagerati dell’industria dell’intrattenimento.
Sarebbe molto difficile (e anche un po’ imbarazzante) fare una stima dei lettori di Geekissimo che scaricano software, musica, film o giochi pirata. Allora, vi faccio una domanda: ci sono persone che acquistano abitualmente sempre prodotti originali? Cosa vi spinge a non scaricarli? C’è qualcuno che scaricava un sacco di software e che ora, invece, si è “pentito” della sua scelta e ha cambiato radicalmente atteggiamento? Nessuno – tranquilli – riconoscerà il vostro Ip e vi verrà a cercare a casa :).
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