Finalmente, dopo mesi di gestazione, all’Internet Identity Workshop di Mountain View, negli Stati Uniti, è stato lanciato OpenID versione 2.0, che secondo molti potrebbe diventare il vero standard del futuro per l’identificazione degli utenti della rete.
Attualmente sono oltre ottomila i siti che accettano l’identità digitale al posto di un’username personalizzata per ognuno, e il numero è in forte crescita. Basti pensare che solo pochi giorni fa anche Blogger, la piattaforma blog di Google, ha annunciato la possibilità di scrivere e commentare con il solo OpenID, e si pensa che anche Digg provvederà presto.
Con OpenID, insomma, si hanno un username e una password unici, da poter usare (sempre gli stessi) sui diversi servizi Web che frequentiamo. È come avere una carta d’identità su internet che ci permetta di entrare dove vogliamo, al posto di avere una carta di riconoscimento per ogni sito.
Oltre alla facilità di entrata nei siti (non dimenticheremo più la password, in teoria, visto che è una sola), diventano facili anche la registrazione a nuovi servizi e la scelta di quanta porzione del nostro profilo completo condividere su un determinato sito. Inoltre, a detta di molti, se lo standard si espanderà su scala mondiale, i siti che accetteranno OpenID potrebbero venire riconosciuti come affidabili. A mio parere si tratta di un bel sistema che potrebbe davvero diventare lo standard per l’identificazione digitale. Siete d’accordo?
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