Alcuni giorni fa è iniziato il progetto definitivo per la costruzione del’Unity Undersea Cable, un cavo sottomarino in fibra ottica ad alta velocità che andrà a collegare, tra qualche anno, Stati Uniti e Giappone e che rappresenta un vero passo in avanti per le telecomunicazioni globali. Un cavo fortemente voluto da Google, che è uno dei partner più importanti, insieme a cinque operatori di telefonia, del progetto.
Il cavo costerà trecento milioni di dollari (circa 190 milioni di euro) e inizialmente conterrà cinque coppie di fibre ottiche (una sarà messa in esercizio, le altre quattro coppie serviranno di backup in caso di malfunzionamento di quella operativa). Ogni cavo potrà sostenere la capienza di circa 960 Gbps (gigabit al secondo) e la capacità totale dell’intero sistema oscillerà tra i 4,8 Tbps e i 7,68 Tbps. In futuro il progetto prevede un’espansione a otto coppie di cavi.
Si tratta, come è facile immaginare, di un progetto importantissimo per le telecomunicazioni globali (e non solo, ovviamente, per le comunicazioni tra Stati Uniti e Giappone) considerato che se si mettono insieme tutti i cavi sottomarini attualmente in esercizio nel mondo, non si superano i 3,3 Tbps di capienza in totale. L’opera entrerà in esercizio nei primi quattro mesi del 2010, se tutto andrà per il verso giusto, e la joint-venture di queste società, spinta soprattutto da Google, potrebbe portare a un’ulteriore espansione negli anni successivi.
Oltre a Google, a finanziare il progetto ci sono l’indiana Bharti Airtel, la malese Global Transit, la giapponese Kddi e le due società di telefonia di Singapore Pacnet e SingTel. La partecipazione di Google è vista da molti come singolare e soprattutto segno dei tempi che stanno cambiando, considerato che fino ad ora solo le grandi compagnie telefoniche si erano interessate alla costruzione di cavi transoceanici sottomarini.
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