Qual è il metodo più semplice per acciuffare i pedofili, se non quello di “fregarli” con la loro stessa arma? È quello che sta facendo, con molto successo, in questi ultimi mesi l’Fbi, che sta utilizzando una serie di falsi link inseriti nei siti che ritiene più a rischio. In pratica, chi clicca sul link invece che andare a vedere filmati porno, viene diretto a un sito gestito dall’agenzia americana per la sicurezza, che così entra in possesso dei dati del presunto criminale.
Uno studente universitario, ad esempio, una notte dello scorso anno aveva cliccato su più di uno di questi link, e già la mattina dopo si è trovato a casa gli agenti federali. Ora rischia quattro anni di prigione, ma il metodo – seppur ottimo per acciuffiare i criminali – rischia un po’ di generalizzare: in questo modo anche chi fa click per sbaglio su un link rischia di passare delle brutte giornate.
Per il momento il metodo dell’Fbi è stato considerato legittimo da diverse sentenze di tribunali federali. Tra l’altro, il link è davvero realistico e vengono descritte nel dettaglio (utilizzando lo stesso linguaggio dei pedofili) le scene contenute nel presunto video a cui rimandano. Il collegamento rimanda a un computer dell’agenzia a San Jose, in California, che identifica l’Ip della persona che si sta collegando. Dopodiché per l’Fbi è un attimo risalire al luogo fisico in cui risiede il computer incriminato.
Ho alcuni dubbi su questo metodo, che davvero rischia di mandare in carcere persone innocenti. E che fare, ad esempio, nel caso una persona utilizzi la rete wi-fi di un’altra? Che ne pensate? Può essere un buon metodo, oppure andrebbero studiate alternative migliori?
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