“Servizi come Wikipedia e Google sembrano vogliano togliere il lavoro a noi docenti. Per questo se volete usarli, non frequentate le mie lezioni“. Suona più o meno così l’ultimatum dato da Tara Brabazon, docente all’università di Brighton, ai propri studenti, troppo abituati secondo lei a consultare la rete, senza approfondire, quando si tratta di studiare. Eliminare dalle nostre vite (o da quelle degli studenti) le ricerche su internet o sui wiki mi sembra al giorno d’oggi una cosa impossibile. Eppure la professoressa Brabazon non è l’unica a pensarla così: capita ormai sempre più spesso che specialisti di un determinato settore (come possono essere i docenti di storia, leteratura, scienze e così via) vedono il Web come uno spazio aperto e infinito con troppe variabili e troppo pericolo di perdere la bussola.
Per questo, probabilmente, dopo aver speso anni e anni sui libri preferiscono i buoni e vecchi metodi d’insegnamento e apprendimento più che quelli nuovi e ufficialmente “non approvati” dagli enti universitari. Ciò che probabilmente dovrebbero capire, invece, è che i processi di insegnamento e la condivisione di conoscenza si stanno espandendo senza limiti dalla nascita del World Wide Web, con un conseguente enorme afflusso di dati sui computer degli utenti. Sta divenando abbastanza impossibile, quindi, da parte degli studenti accettare quello che chiede la professoressa, senza se e senza ma.
Wikipedia, ad esempio, non è da demonizzare, perché è vero che molti termini non sono esatti al 100 per cento e possono essere di parte, ma è sempre un ottimo punto di partenza per le proprie ricerche e per i propri approfondimenti. Per citare quello che dicono in continuazione alcuni, “è un ottimo esperimento democratico e sociale fatto interamente dagli esseri umani, e così come gli esseri umani non sono perfetti, anche Wikipedia non è perfetta“.
Avevamo già affrontato il problema dell’utilizzo di internet a scuola, e sinceramente mi sembra strano che anche certe rappresentanze del mondo accademico (mondo nel quale, ricordiamocelo sempre, è nata la Rete) si oppongano a internet senza voler sentire ragioni. Non sarebbe meglio – lo andiamo dicendo da tempo, ormai – insegnare agli studenti come fare una buona ricerca, anche con l’utilizzo di internet? Magari spiegandogli come scremare i risultati “utili” da quelli superflui e di parte? Fatemi sapere se siete d’accordo e se vi capita mai, a scuola o all’università, di sentire cose simili: si tratta di un tema molto interessante su cui si deve poter discutere.
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