Sembra che Microsoft abbia deciso di lasciare a Google il campo libero per quanto riguarda le biblioteche virtuali e le “scannerizzazioni” di libri. Secondo quanto si apprende, digitalizzare libri e archiviare riviste accademiche non fa più parte dei piani della società per rilanciare il settore della ricerca, ha spiegato Satya Nadella, senior vice president della divisione Microsoft ricerca e pubblicità.
La decisione farebbe parte di una nuova strategia per cercare di guadagnare terreno dopo aver perso la possibilità – almeno per il momento – di acquistare Yahoo!. La software-house di Redmond, così, ha annunciato che chi cercherà versioni originali di libri, riviste o trattati sarà reindirizzato, da parte di Live Search, verso siti “esterni al gruppo Microsoft”.
Forse non tutti ricordano che la società di Bill Gates era entrata nel business del book-scanning nel 2005, iniziando a fornire materiali alla Open Content Alliance, mentre nel 2006 aveva annunciato un servizio di ricerca libri integrato a Msn.
L’unica differenza con Google verteva sul copyright: mentre Big G sta cercando di stringere accordi con i numerosi editori che inizialmente gli avevano fatto causa, Microsoft si era da sempre dedicata alla scannerizzazione dei libri di publico dominio o di quelli concessi dagli stessi editori.
Ora, invece, la decisione di abbandonare tutto. “Crediamo – continua la Nadella – che la prossima frontiera della ricerca dovrebbe vertere sullo sviluppo di un modello di business per il motore di ricerca, il consumatore e il partner commerciale”. Come per dire che da ora in poi bisognerà cercare di ottimizzare i propri profitti collegando, attraverso i risultati della ricerca, utenti e partner pubblicitari.
Fino ad ora Microsoft aveva digitalizzato circa 750mila libri e 80 milioni di articoli di giornali e riviste; le copie verranno donate agli editori stessi, che potranno decidere cosa farsene.
Di certo Microsoft vorrà dedicarsi di più al commercio elettronico e alla ricerca, ma in questo modo lascia praticamente campo libero a Google e al suo progetto Book Search.
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