Gli Stati Uniti generano, più di ogni altro paese del mondo, attività informatica considerata “maligna”. Lo rivela la consueta ricerca semestrale “Security Threat Report” pubblicata da Symantec.
Secondo i ricercatori, infatti, circa un terzo di tutti gli attacchi informatici della seconda metà del 2006 provenivano da macchine situate negli Stati Uniti, facendo così degli Usa un terreno fertile soprattutto per la crescita e lo sviluppo di spam, phishing e codici maligni. Proprio su questo terreno, l’America ha sorpassato velocemente Cina e Germania, dai quali partono rispettivamente il 10 e il 7 per cento degli attacchi.
Ma non è tutto, perché cresce anche l’attenzione (e la paura) nei confronti degli hacker. Tra i dati più allarmanti, infatti, figura il fatto che, sempre negli Stati Uniti, è possibile acquistare numeri “verificati” di carte di credito per un solo dollaro, mentre per 14 biglietti verdi è possibile comprare un’identità completa: nome, cognome, data di nascita, conto bancario e codice fiscale.
Il motivo? Semplice: gli Usa vincono anche la classifica dei “bot network activity”, cioè quell’attività maligna che parte da computer compromessi controllati remotamente, i cui padroni molto spesso non sanno niente.
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