Spesso, a ondate, si parla dei problemi di rispetto della privacy provocati da Google Street View, la funzione inserita all’interno di Google Maps per esplorare le città direttamente dal livello stradale. Un servizio che suscita spesso polemiche a causa delle denunce da parte soprattutto di coppie di amanti scoperte dai partner ufficiali o di persone che hanno visto violata la propria privacy.
L’ultima notizia in ordine di tempo arriva da Pittsburgh, in Pennsylvania, dove una coppia (i signori Aaron e Christine Boring – tra l’altro, manco a farlo a posta, “boring” significa “noioso” in inglese) ha denunciato Google per invasione della privacy. Big G avrebbe fotografato la loro casa, la loro piscina e il loro vialetto d’ingresso “causando – si legge nella citazione – sofferenza mentale e sminuendo il valore della proprietà”.
Secondo quanto riportano alcuni quotidiani locali, i Boring avrebbero acquistato la casa, abbastanza isolata, nel 2006 “per una considerevole somma di denaro”. Una scelta presa proprio per difendere la propria privacy.
Le immagini sarebbero state scattate, inoltre, senza richiedere la loro autorizzazione, e il veicolo di Google che fa le foto sarebbe addirittura entrato nel loro vialetto senza accorgersi del grosso cartello con su scritto “Strada privata”.
Ovviamente da Google non ci sono risposte ufficiali; si sa solo che l’accusa ha chiesto al motore di ricerca 25mila dollari di danni. Per la serie: se i Boring non volevano popolarità, con questa mossa hanno ottenuto esattamente il contrario.
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