Ci è capitato in numerose occasioni di parlare della Cina e del suo rapporto, a volte contraddittorio, con la Rete. Ebbene, oggi arriva un’altra notizia emblematica che ci fa riflettere su quanto questo Paese, in cui spesso sono negati i diritti umani e la libertà di opinione, stia però investendo sull’economia.
Secondo quanto riferito da Google China, quest’anno per la prima volta la parola “sesso” non è la più cercata su internet, sostituita da “stocks” (azioni) e dal nome di tre banche.
In particolare, “China Merchants Bank”, “Industrial and Commercial Bank of China” e “China Construction Bank” si sono piazzate, rispettivamente, al secondo, terzo e sesto posto. Al quarto posto, dicevamo, la parola “stocks”, mentre al primo posto si è piazzato “QQ”, marca di un’automobile e nome di un popolare software di instant-messaging in Cina.
Tra le altre ricerche popolari, “What is a blue chip” e “How to invest in the stock market” appaiono assieme a “What is love” e “How to kiss”.
Economia, dunque, più che amore e sentimenti. Ma c’è già chi commenta che la Cina ha lanciato una campagna agguerrita contro la pornografia online: ecco, forse, perché la parola “sex” quest’anno non ha ottenuto un buon punteggio.
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