Oggi è il mio VENTOTTESIMO compleanno.
Qualche giorno fa ho scritto una (lunga) serie di riflessioni su questo periodo. Soprattutto su quest’ultimo periodo un po’ “sfortunato”, senza lavoro e senza prospettive future. Ho scritto di come ci si senta inutili nella società senza un lavoro, soprattutto quando invece lavoro e professionalità servono eccome. Ho scritto delle ultime esperienze in tema di colloqui di lavoro (non si finisce mai di stupirsi), di chi fa promesse che sa già di non poter mantenere e di chi, invece, vede il tuo tesserino da professionista e non ti dà il posto perché c’è una lunga fila di gente “molto meno qualificata” e che gli costerebbe gran lunga meno.
Avevo scritto un sacco di cose, dall’idea di iniziare a guardare fuori da questo paese corrotto al pensiero – al contrario – di non riuscire nemmeno a immaginare di lasciarlo. Ma ho deciso di non pubblicare, e anzi cancellare, quelle lunghe riflessioni.
Perché un periodo nuovo inizia proprio dall’ottimismo e dallo star bene con se stessi. E oggi inizia il mio periodo preferito (che va più o meno dal mio compleanno fino all’inizio del nuovo anno). Per questo – e con qualche piccola speranza concreta tra le mani – auguro a me stesso un buon compleanno.
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