Daniele Semeraro

Giornalista

Stazione Termini, scene di ordinaria follia


Stazione Termini, scene di ordinaria follia

Chi frequenta la metropolitana di Roma sa bene che da diversi mesi ormai cambiare da una linea all’altra alla stazione Termini è un’odissea. Tutta “colpa” dei lavori di ammodernamento della stazione, che sono fondamentali ma che obbligano i poveri passeggeri a farsi il segno della croce prima di intraprendere il tanto temuto “cambio di linea”. Nei corridoi già stretti e angusti si mischiano tutti i passeggeri che proseguono verso tutte le direzioni, i sensi di marcia cambiano in continuazione, le scale sono un vero e proprio cantiere e a volte ci si mettono anche 10 minuti per andare da una parte all’altra, tutti stretti e compressi.

Oggi pomeriggio l’incredibile. Durante l’ora di punta i passeggeri della linea A – tra questi c’ero anch’io – si sono trovati davanti a una situazione surreale: a Termini non si poteva uscire dal treno. In pratica, di quattro scale mobili che permettono l’uscita dalle banchine ne funzionavano soltanto due, che però non riuscivano ad assorbire tutti i passeggeri in arrivo sia dalla direzione Anagnina che da Battistini.

Risultato: un fiume di gente compressa sulle banchine che non sapeva dove andare e interminabili minuti di attesa per poter uscire dai tunnel e quindi “evadere” dalla difficile situazione. E se qualcuno si fosse sentito male? E se qualcuno avesse avuto una crisi di panico per l’eccessivo affollamento? Di controllori e vigilanti, ovviamente, neanche l’ombra. E Roma sarebbe candidata alle olimpiadi del 2020?

Le immagini che sono riuscito a scattare non riescono neanche lontanamente a mostrare il panico e il disagio.


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